Il Ftse Italia Banche chiude con un pesante ribasso del 3,9% e in linea all’omologo europeo (-3,3%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-1,9%).
A prevalere sono le preoccupazioni per il contesto internazionale che hanno condizionato mercoledì Wall Street e penalizzato ieri le Borse europee, inclusa Piazza Affari. Il tutto dopo che la Federal Reserve ha alzato di nuovo di un quarto di punto e indicando che questo percorso proseguirà anche nel 2019, seppure con due rialzi invece dei tre inizialmente previsti.
Il mercato però si aspettava un rallentamento più marcato rispetto a quello prospettato dalla banca centrale americana, considerando anche i timori legati al rallentamento della crescita globale, a loro volta legati i primis alle incognite su come andrà a finire la diatriba commerciale tra Stati Uniti e Cina, passando per la questione della Brexit, nonché su come l’esecutivo italiano si muoverà concretamente per tenere fede all’accordo raggiunto con la Commissione UE ed evitare che torni in auge la possibilità dell’avvio di una procedura di infrazione, per adesso evitata.
Negli ultimi tempi l’attenzione degli investitori è stata rivolta proprio alla tenuta dei conti pubblici italiani. Alla fine si è arrivati a un accordo tra Commissione Europea e Governo italiano sulla legge di Bilancio per il 2019.
Nonostante in tale scenario lo spread Btp-Bund si sia ulteriormente ristretto in area 250 punti base della seduta precedente (fonte Mts Markets), nella seduta di ieri non è servito a sostenere il comparto bancario, dopo la giornata positiva di mercoledì.
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib, tra cui Bper (-1,9%) e Mediobanca (-2,2%). Proprio Bper ha ceduto un portafoglio sofferenze da 200 milioni a MBCredit Solutions, controllata di Mediobanca.
Nel Mid Cap vendite su Popolare Sondrio (-3,3%) e Creval (-2,5%), che ha completato il riassetto del business assicurativo. Calo più contenuto per Credem (-0,8%) e Mps (-0,8%), con quest’ultima che resta particolarmente monitorata per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’andamento dello spread.
Tra le Small Cap dopo il rimbalzo di mercoledì frena Carige (-11,8%), oggetto di oscillazioni dovute al valore risicato del titolo che quota intorno a 0,002 euro che quota intorno a 0,002 euro, in attesa dell’assemblea del prossimo sabato che dovrà dare il via libera all’aumento di capitale da 400 milioni e con l’agenzia Moody’s che ha confermato i rating a lungo termine sulla banca e migliorato l’outlook a stabile.
Sotto pressione Banco Desio (-5,2%), che dal prossimo 27 dicembre uscirà dal Ftse Italia Small Cap.