L’assemblea di Carige, riunitasi a Genova il 22 dicembre, non ha approvato l’aumento di capitale da 400 milioni proposto dal cda che avrebbe dovuto ripristinare i coefficienti patrimoniali dell’istituto.
Il fallimento della proposta è dovuto alla decisione del principale azionista della banca, la Malacalza Investimenti che possiede il 27,55% del capitale, di astenersi dal voto. Visto che all’assemblea era presente poco più del 40% del capitale, è mancato il quorum per deliberare la ricapitalizzazione e gli altri punti all’ordine del giorno, quali il raggruppamento delle azioni.
Il gruppo Malacalza, tramite il proprio avvocato presente in assemblea, ha fatto sapere le motivazioni della propria decisione che, tuttavia, non vorrebbe rappresentare una sfiducia nei confronti del management. Malacalza ha infatti precisato di non essere contrario in futuro a votare una ricapitalizzazione, ma che non è in grado di farlo oggi per la mancanza di informazioni e di risposte ai quesiti da posti al management dalla famiglia di imprenditori.
Una posizione che è stata mantenuta nel corso dell’assemblea, che è durata otto ore, nonostante i tentativi da parte del presidente Pietro Modiano di trovare un compromesso quale una “delega condizionata” per arrivare al via libera all’operazione.
Il timore di Malacalza è che i 400 milioni di mezzi finanziari richiesti possano “subire la stessa sorte dei precedenti aumenti di capitale”, che hanno visto bruciare 2,2 miliardi per perdite.
Malacalza lamenta la “mancanza di un nuovo piano industriale, così come tutti i documenti di pianificazione strategica complessivi”. Inoltre, non c’è a oggi “una completa e definitiva stima del valore effettivo dell’intero portafoglio crediti e non è dato sapere se l’autorità di vigilanza ha svolto o prevede di svolgere ulteriori assessment sulla banca imponendo, come in passato, ulteriori prescrizioni che possano comportare nuove carenze dei requisiti patrimoniali”.
Inoltre, ha ribadito in assemblea l’avvocato dei Malacalza, “non sono ancora noti i risultati di bilancio 2018 e si è ancora in attesa degli obiettivi patrimoniali che saranno dati a Carige nel 2019”.
Infine, secondo il principale azionista di Carige l’immediata approvazione dell’aumento di capitale non sarebbe così urgente perché la banca è stata “per il momento posta in sicurezza grazie al prestito obbligazionario sottoscritto dal Fondo Interbancario, consentendo dunque di rinviare l’assunzione della decisione su una possibile nuova operazione sul capitale a una prossima assemblea”.