Il Ftse Italia Banche chiude con un pesante ribasso del l’,1% e in linea all’omologo europeo (-1,4%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-1,8%).
L’attenzione in Italia è sempre rivolta alla manovra finanziaria che il 29 dicembre dovrebbe ottenere l’ok della Camera.
Oltreoceano, proseguono le divergenze fra il presidente americano Donald Trump e la Federal Reserve, oltre a quelle dello shutdown governativo che vede le fazioni politiche scontrarsi sul finanziamento del muro al confine con il Messico.
Sul fronte commerciale, invece, si attende il 7 gennaio quando una delegazione americana volerà a Pechino per proseguire i negoziati avviati da Trump e Xi Jinping a inizio mese.
Lo spread Btp-Bund è sceso da 257 pb a 253 punti base circa.
Per quanto riguarda il settore bancario italiano, il mercato si è focalizzato su Banca Carige dopo che la famiglia Malacalza, primo azionista dell’istituto, lo scorso 22 dicembre non ha appoggiato l’aumento di capitale.
L’istituto ligure è riuscito ad aprire solo intorno alle 11:30 al prezzo di 0,0014 euro, in calo del 12,5%, quotazione poi diminuita ulteriormente fino a raggiungere il -18,8 per cento
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib tranne Ubi che ha segnato un +0,8 per cento.
Regge Intesa Sanpaolo (-0,2%). Vendite su Mediobanca (-1,5%) e Bper (-1,4%) che ha ceduto lo scorso 20 dicembre un portafoglio sofferenze da 200 milioni a MBCredit Solutions, controllata di Mediobanca.
Continua la discesa UniCredit dopo la brutta seduta di venerdì scorso. Il titolo ieri ha perso il 2,4%, scendendo a 9,60 euro.
Nel Mid Cap la migliore è Creval (+0,9%) che ha completato il riassetto del business assicurativo e che ha annunciato la fusione per incorporazione di Creval PiùFactor in Claris Factor. Sotto la parità Banca Popolare di Sondrio (-0,1%). Forti vendite su Mps (-3,5%).
Tra le Small Cap si salvano Banco Desio (+5,4%), che da ieri non è più inclusa nel Ftse Italia Small Cap, e Banca Finnat (+1,3%).