Beni per la Casa – Technogym cresce nel 2018 nonostante un contesto difficile

Nel 2018 il Ftse Italia Moda Servizi per la Casa e per la Persona ha evidenziato un ribasso del 7,9%, sovraperformando il Ftse Mib (-16,1%) ma non il corrispondente indice europeo (+0,6%).

L’indice ha sofferto solo parzialmente il contesto macroeconomico negativo a livello globale, caratterizzato da crescenti timori di un rallentamento della crescita in scia soprattutto alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Contesto che si è aggravato nell’ultimo trimestre dell’anno, quando i mercati finanziari hanno vissuto una fase di forti vendite e di marcata avversione al rischio.

Il mercato italiano è stato inoltre appesantito dalle incertezze sul risultato elettorale, con mesi di instabilità terminati con la nascita del governo “gialloverde”, e dai successivi scontri con l’Unione Europea sulla legge di bilancio, con la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia scongiurata solo a dicembre.

Nel settore Beni per la Casa, il 2018 ha visto andare in rosso la maggior parte dei titoli del comparto, anche alla luce di un 2017 estremamente positivo che aveva beneficiato dell’entusiasmo derivante dalla normativa dei piani individuali di risparmio (PIR).

Tra le Mid Cap, si è però mossa in controtendenza Technogym (+15,9%), forte di un business in continua crescita, che però a fine anno si è dovuta attestare al di sotto dei massimi storici raggiunti a .

Perdono terreno invece De’Longhi (-12,4%), dopo i massimi toccati nel 2017, e Fila (-28,3%), che li ha invece raggiunti a inizio anno.

Quest’ultima, in particolare, si è resa protagonista dell’acquisizione dell’americana Pacon per 340 milioni di dollari, operazione a cui ha seguito un aumento di capitale da 100 milioni completato con successo.

Tra le società a minore capitalizzazione, poco mossa nei 12 mesi la performance di Nice (+0,3%), grazie al +42% messo a segno nella penultima seduta dell’anno dopo l’annuncio di un’Opa totalitaria da parte dell’azionista di maggioranza Nice Group, che porterà al delisting da Piazza Affari.

Ribassi a doppia cifra per tutti gli altri titoli del segmento, con la sola eccezione di B&C Speakers (-2,8%).

Tra questi, si intravede la luce in fondo al tunnel per Bialetti (-43,4%), che negli ultimi mesi dell’anno ha messo a punto un piano di rafforzamento patrimoniale con l’apporto del fondo di investimento Och-Ziff.

Ancora sotto pressione invece Beghelli (-32,2%), che ha più volte rivisto al ribasso le previsioni del budget.

Il maggiore calo è stato però quello di Elica che ha lasciato sul terreno il 46,2% crollando nell’ultimo trimestre, nonostante il ritorno all’utile registrato nei primi nove mesi dell’anno.