Il 2018 si è chiuso con una performance negativa per l’indice delle infrastrutture italiane, in calo del 24,8% nell’intero anno a fronte del -12,7% dell’Euro Stoxx Prodotti e Servizi industriali e del -16,1% del Ftse Mib.
A penalizzare il comparto è stata principalmente la perdita del 31,3% registrata da Atlantia, affossata dalle conseguenze innescate dal crollo del viadotto Polcevera, sul tratto affidato in concessione ad Autostrade per l’Italia (controllata all’88% da Atlantia). Una tragedia che ha parzialmente offuscato la maxi-operazione di integrazione fra Atlantia e Abertis, la quale ha portato alla nascita del maggior operatore autostradale del mondo per volumi di traffico.
Il crollo del ponte ha generato un clima di incertezza in tutto il settore degli operatori autostradali, alimentato dalle minacce di strette sulle concessioni ai privati da parte del governo. Dinamiche che hanno penalizzato anche i titoli di Sias e Astm, rispettivamente in calo del 22,3% e 27,9% nel corso del 2018.
Tra i gestori di scali aerei, Aeroporto di Bologna ha riportato nell’anno un ribasso del 28,4%, penalizzata in parte da qualche giorno di chiusura per lavori che ha portato ad una flessione dei passeggeri a settembre, dato comunque previsto e non preoccupante per la società.
Variazioni più contenute per Enav (-5,9%), per i tower operator Inwit (-3,8%) e Rai Way (-14,6%), così come per Autostrade Meridionali (-2,5%) e Toscana Aeroporti (-12,4%) mentre FNM perde il 26,4 per cento.