Servizi Finanziari – Settore in rosso nel 2018 (-22%), bene Fineco (+2,8%)

Anno difficile per il Ftse Italia Servizi Finanziari (-22%), che ha sotto-performato sia il suo corrispondente europeo Eurostoxx Servizi Finanziari (-8,4%) sia il Ftse Mib (-16,1%).

La performance negativa del comparto banche ha influenzato di riflesso l’asset management. L’andamento di Borsa dei titoli del comparto bancario ha infatti risentito maggiormente della volatilità dei mercati e dell’innalzamento dello spread che, nel corso della seconda parte dell’anno, si è ampliato sensibilmente e ha toccato livelli massimi attorno ai 325 punti base a fine novembre nei momenti di più forte tensione della trattativa tra il Governo italiano e la Commissione UE sulla manovra finanziaria.

Il settore del risparmio gestito ha risentito della maggiore volatilità dei mercati, che ha condizionato negativamente la raccolta e ridotto le commissioni da performance. Nello specifico, la raccolta netta del settore a fine novembre si è attestata a 8.858 miliardi rispetto ai 95.187 miliardi del pari periodo del 2017.

Tra i titoli del settore si evidenzia però la performance di Fineco Bank, che nel 2018 segna  un +2,8%, in controtendenza rispetto al settore. Mercato che ha premiato la capacità di Fineco di incrementare sia le commissioni da performance sia la raccolta rispetto al 2017. Nello specifico, al 30 novembre la raccolta ammontava a 5,43 miliardi rispetto ai 4,97 miliardi a fine novembre 2017.

All’interno del Ftse Mib contiene il calo Exor (-7,5%), mentre Poste Italiane sale dell’11,3% per cento.

Tra le Mid Cap la migliore è Tamburi Investment Partners (+3,3%). Da sottolineare che Banca Ifis, doBank e Cerved hanno registrato perdite significative nonostante i buoni risultati economici conseguiti. Nello specifico, Banca Ifis ha lasciato sul terreno il 62,1%, Cerved il 32,3% e doBank il 31,8 per cento.

Tra le Small Cap, Banca Intermobiliare (Bim) è stata tra le peggiori, cedendo il 49,6 per cento. Per Bim è stato un anno difficile ma l’ingresso di un nuovo azionista di maggioranza (Trinity Investments) e di un nuovo management hanno posto le basi per rilanciare l’istituto, che nel piano 2019-2021 intende consolidare il posizionamento strategico come operatore indipendente nel private banking di fascia alta.