È stato un anno piuttosto negativo, quello appena conclusosi, per il settore tecnologico di Piazza Affari.
Il Ftse Italia Tecnologia ha riportato nell’anno 2018 un ribasso del 28,6%, sottoperformando sia il Ftse Mib, che invece ha limitato la perdita al 16,1%, sia l’Euro Stoxx Tecnologia fermo a -11,4 per cento.
Il settore IT ha scontato in parte il riposizionamento degli investitori su altri comparti, a seguito anche della riforma fiscale adottata dall’amministrazione statunitense. Inoltre, lo scontro commerciale fra Usa e Cina ha parzialmente frenato la domanda a livello internazionale, soprattutto in alcuni segmenti come quello dei microchip. Dinamiche che hanno innescato una correzione del settore tech, oggetto pure di fisiologiche prese di beneficio dopo un 2017 tonico, in cui lo stesso Ftse Italia Tecnologia era cresciuto del 58 per cento.
Per quanto riguarda i singoli titoli, la big cap Stm ha terminato il 2018 con una performance negativa del 32,8%, penalizzata dalle citate dinamiche relative al comparto dei semiconduttori, oltre ad alcune specificità legate ad alcuni clienti (come Apple e Huawei) e la revisione al ribasso dei target da parte di alcuni peers internazionali.
La tlc Tim ha perso quest’anno il 32,9%, scontando le divergenze sulla governance tra i due azionisti principali, Vivendi ed Elliott. L’assemblea di maggio ha decretato il passaggio del controllo del Cda al fondo americano, ma il gruppo francese è pronto a battagliare dall’inizio del 2019 per sostituire 5 dei 10 consiglieri nominati dal fondo di Paul Singer.
Da segnalare l’ingresso nel mercato italiano di Iliad, a cui Tim ha resistito complessivamente meglio di altri operatori, oltre all’onerosa asta per aggiudicarsi le frequenze del 5G e la svalutazione del real brasiliano che ha penalizzato la controllata sudamericana. Altri temi caldi del 2018, destinati a proseguire l’anno prossimo, lo scorporo della rete e l’eventuale integrazione con Open Fiber.
Variazione contenuta per la mid cap Reply (-4,5%), mentre fra le small cap si rileva la performance monstre di Eurotech (+139,8%), dopo un periodo precedente di difficoltà, in un anno caratterizzato dalla crescita nelle aree americana ed europea, soprattutto nel business tradizionale dei computer embedded.
L’unico altro titolo a segnare una variazione lievemente positiva è Tinexta (ex Tecnoinvestimenti), a +4,3%, mentre il resto del comparto ha registrato perdite più o meno consistenti nel corso del 2018.
La peggiore è stata It Way (-70,6%), penalizzata dal riposizionamento di mercato che ha indotto la Società ad abbandonare volontariamente il segmento Star della borsa. Male anche Digital Bros (-61%), appesantita dai problemi di Starbreeze che potrebbero ritardare l’uscita di un videogioco, inducendo la società italiana a rivedere al ribasso la guidance di fatturato. Sottotono anche Tiscali (-60,8%), logorata dalla lunga attesa per il il completamento dell’accordo con Fastweb e il nuovo piano industriale.