Giornata difficile per il comparto bancario a Piazza Affari nella mattinata della prima giornata di contrattazioni del 2019. Intorno alle 11:00 il Ftse Italia Banche segna un ribasso del 2,6%, dopo avere perso il 30,6% nell’intero 2018.
Il settore creditizio prosegue anche in questo inizio di 2019 sulla falsariga dell’anno appena archiviato, nonostante lo spread si stia mantenendo sostanzialmente stabile in area 250 pb dopo il compromesso trovato nelle scorse settimane tra Commissione Europea e Governo italiano sulla legge di Bilancio, in cui il rapporto deficit/Pil fissato per il 2019 è stato ridotto al 2,04% dal 2,4% inizialmente fissato.
La manovra economica è stata poi approvata prima della fine dell’anno dal Parlamento, evitando così l’esercizio provvisorio. Bruxelles ha fatto comunque sapere che vigilerà su come la legge di Bilancio sarà concretamente applicata.
La seduta odierna risente delle preoccupazioni legate al rallentamento della crescita globale, che sta penalizzando gran parte del Ftse Mib, oltre che le altre principali Borse del Vecchio Continente e che aveva già condizionato le scorse settimane.
Pesanti vendite su tutti i titoli del listino principale, con Intesa Sanpaolo (-2,5% a 1,89 euro), UniCredit (-2,8% a 9,6 euro), Ubi (-4,1% a 2,43 euro), Banco Bpm (-3,1% a 1,91 euro), Bper (-4,6% a 3,21 euro) e Mediobanca (-2,3% a 7,21 euro).
Stesso copione sul Mid Cap, con Credem (-2,5% a 4,91 euro), Creval (-2,3% a 0,0718 euro), Mps (-1,8% a 1,47 euro) e Popolare Sondrio (-2,9% a 2,56 euro).