Carige – Angeloni (Bce): La scelta finale sulla fusione spetta a manager e azionisti

Ignazio Angeloni, membro del Consiglio del Meccanismo di Vigilanza Unica e rappresentante della Bce nel Meccanismo di risoluzione (Single Resolution Board), ha spiegato in un’intervista qual è il ruolo della Bce e quali saranno le prossime mosse nei confronti di Carige.

L’organo centrale di vigilanza, ha sottolienato l’esponente di Francoforte, è “intervenuto con urgenza per stabilizzare la governance della banca, che era stata compromessa dalle dimissioni della maggioranza degli amministratori fra cui il presidente e l’amministratore delegato”. Ora i commissari hanno gli strumenti e i poteri per gestire la situazione in autonomia, cercando le soluzioni organizzative e strategiche più opportune per salvaguardare Carige.

“La Bce ha suggerito in passato di considerare la possibilità di aggregazione con un altro istituto, per sfruttare sinergie e diversificare meglio i rischi. Spetta agli amministratori e agli azionisti scegliere la via più opportuna nell’ambito del percorso di risanamento”, ha precisato Angeloni riguardo alla ricerca di un partner. Per questo fine Carige ha affidato il mandato a una banca d’affari, ma la risposta richiede ancora alcuni mesi.

Per quanto riguarda la Bce, la prossima mossa, a gennaio, sarà la comunicazione del requisito di capitale minimo Srep per il 2019, dopo che il livello minimo per 2018 è stato raggiunto grazie alla sottoscrizione da parte dello Schema Volontario del Fitd del bond da 320 milioni. Il livello richiesto sarà importante anche al fine di valutare la congruità dell’aumento di capitale da 400 milioni che non è stato approvato dalla scorsa assemblea per l’astensione al voto del principale azionista, la Malacalza Investimenti.