Dopo 5 anni di forte espansione in Italia e masse gestite che sono arrivate a sfiorare i 60 miliardi, Banca Generali è pronta per lanciare la sfida ai mercati internazionali. A cominciare da quelli più prossimi, come la Svizzera, dove l’istituto guidato da Gian Maria Mossa ha acquisito la boutique del risparmio gestito Valeur. Mossa spiega come questa operazione potrà fungere da l’asse portante della nuova fase di crescita.
“L’accelerazione dello sviluppo internazionale si è concretizzata nelle scorse settimane perché abbiamo raggiunto le tre condizioni fondamentali per realizzare con successo questo passaggio storico nel nostro percorso di crescita. In particolare, siamo arrivati alla giusta dimensione, disponiamo del top management adatto e dell’appropriata organizzazione per fare il salto dimensionale e internazionale del business”.
Gian Maria Mossa, Ceo di Banca Generali, spiega così la decisione di avviare la nuova fase dello sviluppo che permette di “rispondere al continuo aumento della richiesta dei clienti per una diversificazione della custodia della loro ricchezza finanziaria”.
È opportuno ricordare che al progetto la banca sta lavorando da oltre tre semestri. Un periodo nel corso del quale è nata anche la decisione di acquisire la boutique del risparmio svizzera Valeur, che sancisce un primo passo verso una crescita internazionale della società di asset management del gruppo Generali.
L’operazione rappresenta l’avvio di una nuova fase di crescita dell’istituto che, a 20 anni dalla propria nascita, con masse che hanno raggiunto i 58,5 miliardi e pressoché raddoppiate negli ultimi 5 anni, è pronto per affacciarsi sui mercati esteri.
A cominciare da quelli più prossimi per contiguità territoriale, ma anche per cultura, come la Svizzera. Ed è qui che il gruppo ha annunciato l’ultima citata acquisizione effettuata, quella di Valeur, una società di asset management con 1,3 miliardi di franchi di asset (1,1 miliardi di euro circa).
L’operazione arriva a stretto giro da quella annunciata in Italia con l’acquisto di Nextam Partners. In Svizzera, il punto di partenza della crescita sarà proprio il Ticino, dove è presente una numerosa comunità italiana e da sempre rifugio di capitali di origine tricolore, oramai sotto l’egida della totale trasparenza, dopo l’ingresso anche della nazione elvetica nei Paesi della white list.
Le ragioni della scelta di crescere all’estero
Dopo anni di solida crescita in Italia, Banca Generali ha costruito solide fondamenta per supportare il lancio di un nuovo motore di crescita internazionale.
Uno strumento che risponda all’incremento dell’esigenza, mostrata da parte della clientela italiana, di differenziare la custodia della ricchezza finanziaria in diversi centri, in un’ottica di protezione.
La strategia di sviluppo oltreconfine si allinea inoltre perfettamente con quella del gruppo Generali, l’azionista di controllo della società di asset management, che ha a sua volta presentato lo scorso novembre un nuovo business plan basato sulla crescita.
Ecco perché proprio in Svizzera
La Svizzera, con 7,3 miliardi di franchi (6,4 miliardi di euro) di ricchezza finanziaria custodita nei propri forzieri, rappresenta una delle principali piazze finanziarie mondiali. La prossimità geografica e culturale rendono il territorio elvetico una delle mete più interessanti, anche alla luce della Brexit, per pianificare una crescita oltreconfine.
In particolare Lugano e il Ticino, dove ha sede Valeur Fiduciaria, vedono la presenza di una folta comunità italiana. Con le nuove norme finanziarie che hanno inserito la Svizzera nella white list finanziaria si aprono nuove opportunità all’insegna della trasparenza e al contempo della sicurezza.
I dettagli dell’operazione Valeur
Valeur è una piccola boutique finanziaria fondata da Lugano nel 2009 da alcuni partner con una lunga esperienza nel settore del private banking internazionale. La fiduciaria gestisce masse per 1,3 miliardi di franchi (circa 1,1 miliardi di euro) e presenta un utile netto adjusted che esclude gli oneri straordinari di circa un milione di franchi (890 mila euro).
Valeur, che conta su circa 24 dipendenti, è riconosciuta sul mercato svizzero per le proprie capacità di gestione e conta su una rete propria di “relationship manager”.
L’acquisizione riguarda il 90,1% del capitale per un prezzo pari a 10,8 milioni di franchi (circa 9,6 milioni di euro). Banca Generali ha inoltre la possibilità di acquistare il restante 9,9% nei prossimi 5 anni. Il multiplo implicito dell’operazione è di un rapporto tra goodwill e masse inferiore a 1. Inoltre, vi è un claw back pari al 40% del prezzo massimo legato al mantenimento delle masse e dei manager chiave.
Ambiziosi target di crescita integrati negli obiettivi di gruppo
Le proiezioni di crescita della branch svizzera prevedono il raddoppio delle masse nel giro di tre anni, per poi continuare a crescere a ritmo sostenuto. In un primo tempo i flussi netti proverranno maggiormente da clienti italiani, per poi arrivare nel 2023 a una raccolta prevista di 1-1,3 miliardi bilanciata tra Italia e Svizzera.
Nel grafico seguente riportiamo le attese del gruppo.
Una strategia basata su due filoni
Il progetto si pone l’obiettivo di costituire uno strumento di crescita di lungo periodo, in grado però di raggiungere la redditività in un breve arco di tempo.
La banca adotterà un duplice approccio. Parte dei clienti, infatti, verranno gestiti dall’Italia e parte direttamente in Svizzera. Nel primo caso possiamo trovare clienti di Banca Generali che intendano diversificare i centri di custodia dei propri capitali oppure persone che sono già clienti di Banca Generali, ma che tengono i propri risparmi presso terzi, o infine nuovi clienti. In questo caso la consulenza sarà fornita dalla rete italiana, mentre i servizi di custodia e amministrazione saranno offerti da una banca depositaria legata da Banca Generali da un accordo commerciale.
Attraverso Valeur, invece, si potranno servire alcuni clienti italiani direttamente in Svizzera e si potranno offrire servizi di consulenza ai clienti svizzeri o internazionali, ma con capitali nel territorio elvetico.
Le conclusioni
“Per noi la Svizzera rappresenta un motore di crescita di lungo periodo. Abbiamo un obiettivo a cinque anni di raggiungere almeno i 5 miliardi di euro di asset, con un target compreso tra i 5 e i 7 miliardi. Se si guarda il business plan a tre anni pensiamo di portarci a 3,1-4,4 miliardi. Di questi il 65-70% sarà in prodotti gestiti, mentre la restante parte sarà rappresentata da titoli, azioni e obbligazioni. E la raccolta sarà ripartita tra entrambe le iniziative”, osserva Mossa.
“Questo è un piano basato sulla crescita di cui quella internazionale è parte integrante e che ci porterà nell’arco dei prossimi tre anni a raggiungere gli 80 miliardi di asset”, conclude l’amministratore delegato della società di asset management.