Mancano ancora diversi mesi all’assemblea (fissata per il 7 maggio 2019) che dovrà nominare il cda di Generali, dato che quello attuale esaurirà il suo mandato nella prossima primavera, ma continuano i rumor in proposito.
Le indiscrezioni più recenti davano per certa la conferma alla presidenza di Gabriele Galateri alla presidenza, anche alla luce della proposta del board dello scorso 12 dicembre di modificare lo statuto per eliminare il vincolo del limite di età per il presidente (fissato a 70 anni) e dei consiglieri (75 anni), che dovrà essere approvata dall’assemblea stessa.
La stampa, pur ribadendo che la candidatura di Galateri resta forte, ricorda come lo scorso 14 dicembre i francesi di Vivendi hanno chiesto la revoca del cda di Tim e hanno inserito l’attuale presidente del Leone di Trieste tra i cinque candidati.
La questione, sempre secondo rumor di stampa, avrebbe suscitato qualche perplessità tra i principali azionisti della compagnia triestina.
Quindi, anche se la candidatura di Galateri resta autorevole, non è da escludere a priori che vengano presi in considerazione altri profili. Inoltre, la rimozione del vincolo d’età allarga notevolmente la platea.
Per quanto riguarda il cda, per cui potrebbero essere presi in considerazione anche candidati con un profilo internazionale, dovranno essere nominati 13 membri, di cui due sono riservate agli indipendenti, mentre gli altri saranno espressione dei principali azionisti. Gli operatori danno per scontato la conferma dell’attuale Group Ceo, Philippe Donnet, anche alla luce degli apprezzamenti ricevuti dal nuovo piano industriale presentato dallo stesso manager francese lo scorso 21 novembre.
L’elezione del board dovrà tenere conto dei nuovi equilibri che si sono creati nell’assetto azionario di Generali, dove il peso dei principali soci italiani ha superato di poco il 25 per cento.
Il tutto soprattutto alla luce dei recenti acquisti effettuati da Francesco Gaetano Caltagirone, che ha rafforzato la propria posizione di secondo azionista salendo al 4,78%, e da Leonardo Del Vecchio, saldamente al terzo posto dopo avere arrotondato la quota fino al 4,18 per cento. Entrambi sembrano proiettati a raggiungere il 5%, con Del Vecchio che peraltro lo ha recentemente dichiarato.
Nella definizione della lista non bisogna ovviamente dimenticare il primo socio (con il 13,04%) del Leone di Trieste, Mediobanca, che assumerà comunque un ruolo decisivo nella partita.
Le indiscrezioni di stampa non escludono che Alberto Nagel, Ad della banca di piazzetta Cuccia, e gli stessi Del Vecchio e Caltagirone si incontrino per definire una lista comune. Non bisogna poi dimenticare Edizione, la holding della famiglia Benetton a cui fa capo il 3,04% di Generali.
Considerando anche l’1,7% in mano al gruppo De Agostini, il peso dei soci tricolore salirebbe al 26,7 per cento.