Mps – Target Srep all’11% per il 2019, focus Bce su redditività, funding e Npl

Mps, lo scorso 5 dicembre 2018, ha ricevuto dall’Autorità di Vigilanza una bozza di decisione che stabilisce i requisiti prudenziali per 2019, basati sul processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, Srep) con data di riferimento 31 dicembre 2017.

La lettera è provvisoria e la versione finale è prevista entro il primo trimestre 2019, al termine del processo Srep.

Prendendo in considerazione le conclusioni dello Srep, la bozza di decisione stabilisce requisiti prudenziali sia quantitativi (fondi propri) che qualitativi per Mps, e indica alcune raccomandazioni alla banca.

Per quanto riguarda i fondi propri, secondo la bozza, la Bce richiede alla banca di mantenere un requisito patrimoniale Srep complessivo (Total Srep Capital Requirement, TSCR) dell’11% a livello consolidato, che include un requisito minimo di Pillar 1 (P1R) dell’8% e un requisito aggiuntivo di Pillar 2 (P2R) del 3 per cento. Il P2R è quindi invariato rispetto al 2018.

Per quanto riguarda la guidance, secondo la bozza, la Bce si aspetta che Mps si adegui su base consolidata ad un P2G dell’1,3%, rispetto all’1,5% del 2018. Tutti questi livelli devono essere confermati dopo il completamento del processo Srep e inclusi nella decisione finale, che dovrebbe essere rilasciata entro il primo trimestre 2019.

Mps ha fornito queste informazioni finanziarie – precisa la nota – “in vista della loro imminente integrazione nel prospetto relativo ai programmi di emissione internazionali della banca”.

Con specifico riferimento alla copertura dei crediti deteriorati (Npl), l’istituto ha ricevuto alcune raccomandazioni dettate dall’obiettivo della Bce di assicurare costanti progressi nella riduzione dei rischi preesistenti nell’area dell’euro e conseguire lo stesso livello di copertura per le consistenze e i flussi di Npl in un orizzonte di medio termine.

In un comunicato stampa dello scorso anno (11 luglio 2018), l’Eurotower aveva annunciato che avrebbe interagito con ciascuna banca per definire le aspettative di vigilanza su base individuale, sulla base di una valutazione comparata (benchmarking) di banche simili e tenuto conto dell’attuale livello di Npl ratio e di altri indicatori finanziari di ciascuna banca.

In questo contesto, la Bce raccomanda a Mps di implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026), un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018, secondo una logica complementare alle indicazioni fornite nell’Addendum alle linee guida della Bce per le banche sui crediti deteriorati generati a partire da aprile 2018.

Nella bozza di lettera, inoltre, la Bce ha evidenziato anche i punti di debolezza/attenzione che la banca toscana deve affrontare.

I principali sono legati alla capacità di conseguire gli obiettivi del piano di ristrutturazione: migliorare la redditività, inferiore agli obiettivi di piano, e la posizione patrimoniale, indebolita dall’impossibilità di emettere la seconda tranche di obbligazioni T2 entro la fine del 2018 e dagli impatti diretti e indiretti della dinamica dello spread BTP-Bund, soprattutto considerando la significativa esposizione di Mps al debito sovrano italiano.

Inoltre, la bozza di lettera mette in evidenza le significative sfide poste dal piano di ristrutturazione sul lato del funding e sulla capacità della banca di attuare con successo la propria strategia di raccolta, viste le turbolenze che si stanno verificando nei mercati italiani.