Banche – Bce: svalutare al 100% i crediti deteriorati entro il 2026

La Bce torna alla carica sui crediti deteriorati, imponendo alle banche vigilate di arrivare a una graduale svalutazione dello stock dei crediti deteriorati e non solo dei nuovi flussi come pareva dalle indicazioni del Consiglio e della Commissione Europea e dello stesso Addendum elaborato da Francoforte.

Ma nelle lettere sullo Srep inviate a dicembre dalla Bce alle banche vigilate, l’istituto centrale europeo ha inserito, secondo indiscrezioni di stampa, alcune raccomandazioni specifiche per ogni banca tra le 119 vigilate nella zona euro riguardo la tempistica delle svalutazioni da effettuare sugli Npe in bilancio.

La diversa deadline è calibrata a seconda dello stato di salute e del peso dei crediti problematici di ogni singolo istituto, ma tutti in maniera graduale, dovranno svalutare al 100% lo stock di crediti deteriorati entro un orizzonte temporale che tendenzialmente vede come termine per arrivare alla copertura totale per il 2026.

L’Addendum varato dalla Bce prevede una copertura totale del 100% in sette anni per i crediti deteriorati secured e in due anni per quelli unsecured, formatisi a partire da aprile 2018. Ora questa tempistica potrebbe essere estesa anche allo stock precedente a quella data.

Il faro sulla questione è tornato ad accendersi dopo che venerdì sera Mps ha fatto sapere che “Con specifico riferimento alla copertura dei crediti deteriorati ha ricevuto alcune raccomandazioni dettate dall’obiettivo della Bce di assicurare costanti progressi nella riduzione dei rischi preesistenti nell’area dell’euro e conseguire lo stesso livello di copertura per le consistenze e i flussi di Npl in un orizzonte di medio termine”.

In questo contesto – si legge nel comunicato della banca – “si raccomanda a Mps di implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018, secondo una logica complementare alle indicazioni fornite nell’Addendum alle Linee guida della Bce per le banche sui crediti deteriorati (Npl) generati a partire da aprile 2018”.

In un comunicato stampa dello scorso anno (11 luglio 2018), la Bce aveva annunciato che avrebbe interagito con ciascuna banca per definire le aspettative di vigilanza su base individuale, sulla base di una valutazione comparata (benchmarking) di banche simili e tenuto conto dell’attuale livello di Npl ratio e di altri indicatori finanziari di ciascuna banca.

Le modalità e la tempistica con cui gli accantonamenti saranno realizzati è punto cardine di tutto. Le banche italiane, che hanno registrato forti progressi nel de-risking negli ultimi anni, sono le più interessate da tutto questo.

Secondo quanto riporta la stampa, è possibile che l’orizzonte temporale al 2026 in alcuni casi sia stata ravvicinata per gli istituti più solidi o, all’opposto, allontanata per quelli con un ammontare di crediti deteriorati maggiori.

La richiesta formulata non è vincolante, ma la raccomandazione sarebbe da rispettare secondo il principio “comply or explain”, cioè le banche dovranno motivare adeguatamente se eventualmente decidono di non procedere con le svalutazioni.

Sempre secondo i rumor, tuttavia, l’Eurotower, in caso di mancato rispetto della pulizia attesa, potrebbe alzare i requisiti di secondo pilastro, che rientra tra le sue competenze.