Continuano le vendite sul comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 10:50 il Ftse Italia Banche segna un ribasso del 2,5 per cento.
A tenere banco sono sempre le possibili ripercussioni sulle banche italiane di un approccio hard della Vigilanza Bce sulla copertura dei crediti deteriorati, in particolare per il fatto che le raccomandazioni del cosiddetto Addendum possano essere estese anche allo stock esistente prima del 1° aprile 2018, oltre che sui nuovi Npe generatisi a partire da quella data.
Il tutto dopo le indiscrezioni di stampa secondo le quali l’authority di Francoforte, nelle lettere sullo Srep inviate alle 119 banche vigilate dell’Eurozona, avrebbe richiesto di svalutare al 100% i crediti deteriorati entro una scadenza indicata nel 2026.
L’Addendum varato dalla Bce prevede una copertura totale del 100% in sette anni per i crediti deteriorati secured e in due anni per quelli unsecured, formatisi a partire da aprile 2018. Ora questa tempistica potrebbe essere estesa anche allo stock precedente a quella data.
In un comunicato stampa dello scorso anno (11 luglio 2018), la Bce aveva annunciato che avrebbe interagito con ciascuna banca per definire le aspettative di vigilanza su base individuale, sulla base di una valutazione comparata (benchmarking) di banche simili e tenuto conto dell’attuale livello di Npl ratio e di altri indicatori finanziari di ciascuna banca.
Le vendite erano cominciate ieri, dopo che Mps lo scorso venerdì in tarda serata aveva diffuso una nota in cui riportava il contenuto della lettera Srep ricevuta dalla Bce, nella quale la Vigilanza richiede “di implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018, secondo una logica complementare alle indicazioni fornite nell’Addendum alle linee guida della Bce per le banche sui crediti deteriorati (Npl) generati a partire da aprile 2018”.
Per quanto riguarda gli altri istituti al momento non c’è ancora nulla di ufficiale in proposito.
Vendite generalizzate su tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali sono sotto pressione quelle banche che secondo gli operatori di mercato potrebbero risentire di più di questa situazione, vale a dire Ubi (-4,3% a 2,35 euro), Bper (-3,8% a 3,03 euro) e Banco Bpm (-4,2% a 1,85 euro), mentre le altre registrano un calo più contenuto.
Tuttavia, per le tre suddette banche va evidenziato che ad oggi hanno compiuto enormi progressi sul de-risking, tra gestione interna e cessioni.
Tra le Mid Cap continua a soffrire la stessa Mps (-1,7% a 1,33 euro) dopo il crollo di ieri, che pure ha compiuto enormi progressi nella riduzione dello stock di crediti deteriorati.