Mps – Il Governo vuole uscire dal capitale, possibile operazione M&A

Il Tesoro sta iniziando a pensare a come uscire dal capitale di Mps, in cui detiene il 68% dopo il salvataggio da 5,4 miliardi del 2017.

In particolare, secondo indiscrezioni di stampa, il Governo preferirebbe perseguire la strada di una fusione con un altro istituto, che consentirebbe di migliorare la redditività della banca e allo stesso tempo di diluire la partecipazione del Mef nel capitale.

Secondo quanto detto nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, “entro due o tre mesi, come previsto dalla legge sulla ricapitalizzazione precauzionale, saremo chiamati a delle scelte”.

L’esecutivo italiano si è impegnato con l’Unione Europea a trovare un partner per Mps entro giugno 2019 ma, secondo alcune indiscrezioni, vorrebbe definire la partita prima delle elezioni europee di maggio.

Inoltre, secondo i rumor di stampa degli ultimi giorni, sembra che il Governo stia premendo per un consolidamento un po’ più ampio del settore bancario italiano che coinvolga diversi istituti e nel quale intenderebbe giocare un ruolo rilevante.

A supporto di ciò, nella mattina di oggi il sottosegretario del ministero per gli Affari Regionali, Stefano Buffagni, ha dichiarato: “Siamo un momento nel quale si può ragionare per andare nella direzione di aggregazioni tra istituti per rendere più solido il nostro sistema”.

Buffagni, inoltre, ha aggiunto che, a suo parere, “il pubblico debba fare una regia facendo in modo che si lavori in un’ottica di sistema”.

I soggetti coinvolti potrebbero essere, secondo indiscrezioni di stampa, Banco Bpm, Ubi e Bper, mentre una possibile integrazione con Banca Carige viene definita dallo stesso Buffagni “non sostenibile”.