ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con una flessione dello 0,4% e in direzione opposta rispetto all’analogo europeo (+0,9%), risentendo parzialmente delle vendite sul comparto bancario (-2,2%) e uniformandosi sostanzialmente al Ftse Mib (invariato).
Sullo sfondo restano i timori legati alla frenata della crescita globale, nonostante le recenti evoluzioni positive come i passi avanti tra Usa e Cina sulla questione commerciale e l’intesa raggiunta tra Governo italiano e Commissione Europea legge di Bilancio.
Gli operatori hanno guardato con attenzione anche l’appuntamento cruciale per la Brexit. Il Parlamento britannico si è espresso ieri sera e ha bocciato con 432 voti l’accordo con l’Ue.
La nuova giornata in affanno del settore creditizio ha impattato in larga parte anche sui titoli dell’asset management, con l’eccezione di Fineco (+1,4%).
Gli acquisti premiano Exor (+1%), mossasi in scia alla seduta in rialzo delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap proseguono i realizzi su Banca Ifis (-4%), dopo il trend positivo delle sedute precedenti. Ancora denaro su doBank (+0,1%), sostenuto ancora dall’annuncio dell’acquisizione dell’85% del servicer Altamira, che non impatterà sulla politica dei dividendo. Rimbalzo di Cerved (+3,8%).
Sullo Small Cap ancora vendite su Banca Intermobiliare (-0,6%), il cui aumento di capitale si è concluso nei giorni scorsi e con il primo azionista Trinity che ha superato l’89% del capitale. In luce DeA Capital (+1,3%), la cui controllata DeA Capital Alternative Funds ha allargato la tipologia dei crediti del fondo IDeA Corporate Credit Recovery (Ccr) II al settore dello shipping.