Acquisti sulle piazze azionarie europee nell’ultima seduta della settimana, mentre i futures sui principali indici americani scambiano in rialzo di circa lo 0,2-0,3%, preannunciando un avvio lievemente positivo per Wall Street.
Intorno alle 11:45 il Ftse Mib avanza dello 0,6%, leggermente arretrato rispetto al Dax di Francoforte (+1%), il Ftse 100 di Londra (+1,1%), il Cac 40 di Parigi (+1,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1%).
Ad alimentare la propensione al rischio contribuisce il sentiment positivo in merito ai rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo un report del Wall Street Journal secondo cui il Segretario del Tesoro Usa Steven Mnuchin avrebbe proposto un alleggerimento delle tariffe sui beni cinesi.
Indiscrezioni smentite dalla Casa Bianca, ma tanto è bastato per diffondere un moderato ottimismo in vista dei nuovi incontri fra le due superpotenze, in programma a fine mese. Pechino ha infatti confermato ufficialmente per il 30 e 31 gennaio la visita a Washington del vicepremier Liu He, che dovrebbe incontrare il rappresentante del commercio americano Robert Lighthizer per intensificare i negoziati.
Gli Stati Uniti, invece, diserteranno il forum economico mondiale di Davos, che si terrà fra il 22 e il 25 gennaio, a causa dello shutdown che dura ormai da quattro settimane.
Nel frattempo, sul Forex, il cambio euro/dollaro è tornato sulla soglia di 1,14, in attesa dei dati sulla produzione industriale statunitense. Perde terreno la sterlina nei confronti della moneta unica (0,881) e del biglietto verde (1,294), dopo il calo peggiore delle attese delle vendite al dettaglio nel Regno Unito a dicembre e aspettando sviluppi sulla Brexit.
Tra le materie prime le quotazioni del petrolio risalgono sui valori di una settimana fa, con Wti e Brent rispettivamente in area 52,7 e 61,9 dollari al barile e l’oro scivola a 1.285 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario si restringe ancora lo spread Btp-Bund, sceso a 248 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,74 per cento.
A Piazza Affari spicca in negativo il crollo di Tim (-8,1%) dopo l’inattesa revisione al ribasso delle stime per il 2018 e la previsione di un primo semestre 2019 ancora impattato negativamente dalle dinamiche competitive dell’anno appena concluso.
In spolvero i petroliferi, con Eni a +1,7%, Tenaris a +2,1% e Saipem a +4,4%, quest’ultima grazie anche a due nuovi contratti assegnati da Saudi Aramco per un importo complessivo di circa 1,3 miliardi di dollari.
Acquisti anche su Juventus (+2,1%) e Leonardo (+1,8%) che si è aggiudicata un nuovo contratto da 293 milioni di sterline (circa 325 milioni di euro) con il Ministero della Difesa UK per la fornitura di servizi completi di supporto e manutenzione per la flotta di elicotteri Apache AH Mk.1.