Mercati – Ottimismo Usa-Cina spinge eurolistini, a Milano (+1,2%) frana Tim (-7,2%)

Giornata positiva per le Borse europee, principalmente in scia alla fiducia sul buon andamento delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina.

A Piazza Affari il Ftse Mib chiude in rialzo dell’1,2% a 19.708 punti, frenato in parte dal crollo di Telecom Italia (-7,2%). Variazioni più marcate per il Dax di Francoforte (+2,6%), il Ftse 100 di Londra (+12%), il Cac 40 di Parigi (+1,7%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,9%).

A Wall Street, i principali indici azionari statunitensi hanno accelerato dopo una partenza lievemente positiva e mostrano guadagni oltre l’1 per cento. Da segnalare il ribasso di Tesla (-9%), dopo aver annunciato il taglio del 7% della forza lavoro nell’ambito di un piano per ridurre i costi e sostenere i margini, abbassando il prezzo della nuova Model 3.

A sostenere i mercati ha contribuito soprattutto il rinnovato clima di ottimismo in relazione alle trattative commerciali fra Stati Uniti e Cina, dopo le indiscrezioni secondo cui il segretario del Tesoro Usa Steven Mnuchin avrebbe proposto un alleggerimento delle tariffe sui beni cinesi, nonostante le smentite dalla Casa Bianca.

Nel frattempo, Pechino ha confermato ufficialmente per il 30 e il 31 gennaio la visita a Washington del vice premier Liu He, che dovrebbe incontrare il rappresentante del Commercio americano, Robert Lighthizer, per intensificare i negoziati.

Sempre sul fronte del commercio, Bruxelles ha reso noto di essere pronta a mettere in discussione i propri dazi sulle auto in un eventuale negoziato con gli Stati Uniti, nel caso in cui Washington dovesse dichiararsi d’accordo a eliminare le tariffe su tutti i beni industriali.

Inoltre, le preoccupazioni degli operatori sull’outlook della crescita e dei tassi di interesse sono state parzialmente alleviate dalle rassicurazioni del presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, secondo cui l’economia americana è in buona salute e ci sarà pazienza nel decidere eventuali ulteriori aumenti del costo del denaro.

Da segnalare, invece, che gli Stati Uniti diserteranno il forum economico mondiale di Davos, in programma fra il 22 e il 25 gennaio, a causa dello shutdown che dura ormai da quattro settimane.

Nel frattempo, sul Forex, il cambio euro/dollaro è tornato sotto la soglia di 1,14, a 1,136, dopo i dati sulla produzione industriale statunitense che hanno evidenziato un incremento mensile dello 0,3 per cento. Perde terreno la sterlina nei confronti della moneta unica (0,88) e del biglietto verde (1,29), dopo il calo peggiore delle attese delle vendite al dettaglio nel Regno Unito a dicembre e aspettando sviluppi sulla Brexit.

Tra le materie prime le quotazioni del petrolio tornano sui valori di oltre un mese fa, con Wti e Brent rispettivamente in area 53,6 e 62,7 dollari al barile, mentre l’oro scivola a 1.283 dollari l’oncia.

Sull’obbligazionario si restringe ancora lo spread Btp-Bund, sceso a 247 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,73 per cento.

A Piazza Affari sprofonda Tim (-7,2%), dopo l’inattesa revisione al ribasso delle stime per il 2018 e la previsione di un primo semestre 2019 ancora impattato negativamente dalle dinamiche competitive dell’anno appena concluso.

In spolvero i petroliferi, con Eni a +2,7%, sostenuta dall’upgrade da ‘underweight’ a ‘neutral’ di JP Morgan, che ha inoltre alzato il prezzo obiettivo da 13,5 euro a 14 euro. Inoltre, la controllata Vår Energi si è aggiudicata 13 nuove licenze esplorative in Norvegia, rafforzando il posizionamento nell’area.

Bene anche Tenaris (+3,6%), grazie anche a un upgrade di Citi a ‘buy’, e Saipem (+4%), in scia a due nuovi contratti assegnati da Saudi Aramco per un importo complessivo di circa 1,3 miliardi di dollari.

Acquisti su Stm (+4,5%), Cnh (+3%), Diasorin (+3%) e Leonardo (+4%), che si è aggiudicata un nuovo contratto da 293 milioni di sterline (circa 325 milioni di euro) con il ministero della Difesa UK per la fornitura di servizi completi di supporto e manutenzione per la flotta di elicotteri Apache AH Mk.1.