Moda – Tiffany: vendite in calo dell’1% nell’holiday period

Tiffany ha comunicato il dato relativo al fatturato realizzato nell’”holiday period”, dal 1° novembre al 31 dicembre 2018. Nel periodo in esame le vendite nette sono scese dell’1% a 1,04 miliardi di dollari Usa a/a; il dato comparables riporta un calo del 2 per cento. A cambi costanti, entrambe le vendite risultano in linea con l’anno precedente.

Dal lato geografico, nelle Americhe il fatturato netto totale è diminuito dell’1% a 514 milioni, una dinamica riconducibile al lieve calo delle spese dei clienti locali e dei turisti. Le vendite comparables non si sono discostate da quelle del pari periodo 2017 e, a cambi costanti, sono rimaste invariate rispetto all’anno precedente.

Dati meno incoraggianti provengono dalle vendite in Asia, diminuite del 3% a 226 milioni, mentre quelle comparables del 4 per cento (-2% a cambi costanti).

In Europa, il fatturato è sceso del 4% (+1% a cambi costanti), e quello comparables è diminuito del 5 per cento (-1% a cambi costanti).

In merito alla categoria gioielli, le vendite delle collezioni sono aumentate del 2%, mentre quelle dei gioielli di fidanzamento e gioielli designer sono scese rispettivamente del 3% e dell’8 per cento.

Sulla base dei suddetti risultati, il management ha aggiornato l’outlook per l’anno fiscale 2018. In particolare, il fatturato aumenterà del 6%-7% rispetto all’anno precedente sia reported sia a cambi costanti, mentre l’utile per azione si posizionerà nella fascia più bassa del range di 4,65-4,80 dollari.

La liqudità netta derivante da attività operative dovrebbe fissarsi e circa 550 milioni di dollari e il free cash flow a circa 250 milioni di dollari.

Il management ha poi fornito una guidance preliminare per l’esercizio 2019.

Nel dettaglio, le vendite nette complessive cresceranno a una percentuale low-single-digit rispetto all’anno precedente, sia reported che a cambi costanti. L’utile netto per azione aumenterà a una percentuale mid-single-digit.

Nel primo semestre del 2019 è atteso un calo degli utili netti, andamento che riflette le pressioni sulle vendite (quali la minore spesa turistica estera e l’effetto di un dollaro più forte), così come quello delle spese connesse all’effetto annualizzato per maggiori investimenti strategici, iniziato nel secondo trimestre del 2018.