Prevalgono le vendite sul comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 11:45 il Ftse Italia Banche segna un ribasso dell’1,6%, dopo che nella seduta precedente era riuscita a limitare il calo (-0,3%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, dopo che il dato sul Pil del quarto trimestre ha confermato la frenata dell’economia cinese. Anche il Fondo Monetario Internazionale nel suo ultimo outlook globale appena reso noto ha abbassato le stime di crescita (incluse quelle relative all’Italia).
Inoltre, continuano a perpetrarsi le incertezze legate alla Brexit, e in particolare come riprenderanno i negoziati con l’UE dopo la bocciatura da parte del Parlamento britannico dell’accordo precedente.
Riguardo al settore creditizio, nonostante lo spread Btp-Bund si mantenga stabile sotto i 250 pb (fonte Mts Markets), l’attenzione del mercato resta ancora concentrata sulla copertura dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane, dopo che la stampa ha riportato nuovi dettagli sulle modalità e le tempistiche con cui gli istituti devono arrivare a una copertura integrale (sia per lo stock sia per i nuovi flussi) in base alle indicazioni (non vincolanti) della Bce.
Nello specifico, la Bce ha suddiviso le banche in tre macro-cluster e per ogni fascia ha stabilito modi e tempi diversi per arrivare a una copertura del 100%, a seconda che i crediti siano garantiti o meno.
Nei giorni scorsi, tuttavia, le principali banche italiane hanno rassicurato sul fatto che gli impatti legati alle richieste della Bce saranno poco significativi.
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib, con UniCredit (-2,3% a 10,39 euro), Ubi (-2% a 2,34 euro), Banco Bpm (-2,5% a 1,80 euro), Bper (-2% a 3 euro) e, in misura minore, Intesa Sanpaolo (-1,4% a 2,01 euro) e Mediobanca (-0,4% a 7,87 euro).
Tra le Mid Cap soffre ancora Mps (-2,2% a 1,19 euro). Lettera anche su Popolare Sondrio (-1,4% a 2,49 euro), Creval (-1,2% a 0,0656 euro) e, in modo più contenuto, su Credem (-0,2% a 5,09 euro).