I principali listini del Vecchio Continente continuano a viaggiare in territorio negativo, incrementando leggermente il calo rispetto all’apertura, con Milano che intorno alle ore 12 lascia sul terreno lo 0,8 per cento. Il Dax di Francoforte cede invece lo 0,4%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,3% e il Ftse100 di Londra lo 0,6%.
Il rallentamento in corso dell’economia è stato confermato ieri anche dall’aggiornamento del World Economic Outlook da parte del FMI che tuttavia ha allontanato al tempo stesso lo spettro di una recessione, non ancora dietro l’angolo come sottolineato dalla stessa Christine Lagarde.
Ulteriori rischi al ribasso potrebbero tuttavia manifestarsi se dovessero materializzarsi nuovi tensioni sui mercati finanziari e se la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti dovesse proseguire. In merito, si segnalano novità positive, secondo rumors di stampa, la Cina sarebbe infatti disposta ad incrementare di oltre 1.000 miliardi di dollari il valore degli import statunitensi. Il raffreddamento dell’economia preoccupa non poco i vertici di Pechino, il presidente cinese, Xi Jinping, ha infatti espresso manifestamente i propri timori ribadendo l’importanza in questo momento di una stabilità politica.
Nella mattinata l’indice principale ZEW di gennaio sulla fiducia degli investitori istituzionali tedeschi, si è attestato a -15 punti, sopra alle attese (-18,5 punti) e sopra alla rilevazione precedente (-17,5 punti). Il sotto indice di fiducia Zew sulla situazione corrente in Germania è invece sceso bruscamente a 27,6 a gennaio, rispetto ai 45,3 punti del mese precedente e a quanto atteso (43 punti).
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti dei governativi si mantengo sostanzialmente stabili. Il BTP a 10 anni resta infatti al 2,76% e il Bund tedesco allo 0,26%, con il relativo spread a 250 pb (invariato rispetto a ieri).
Per quanto riguarda invece il tema Brexit, (inserito dal FMI tra i potenziali fattori di instabilità), ieri Theresa May ha presentato il “Piano B” e promesso di essere più flessibile con il parlamento nel negoziare le future relazioni con Bruxelles. Nonostante la posizione del premier britannico, cresce l’appello verso un nuovo referendum che rende assai più probabile lo spostamento tecnico della data ufficiale di uscita della UE.
Sul mercato valutario, la sterlina guadagna terreno verso il dollaro a 1,2914 e verso l’euro con il cambio EUR/GBP a 0,8798.
Tra le materie prime, scendono le quotazioni del greggio con il WTI e il Brent rispettivamente a 53,27 dollari al barile (-1,4%) e 61,80 dollari al barile (-1,5%).
Tornando a Piazza Affari, acquisti su Diasorin (+0,9%), Snam (+0,4%) e Brembo (+0,3%). Vendite invece su Banco Bpm (-2,5%), Juventus (-3,1%) e Telecom Italia (-3,5%) che si posiziona in coda al principale indice milanese, toccando il nuovo minimo storico a 0,4593 euro.