Prima la pulizia del bilancio per poi arrivare a un consolidamento. Sono queste le valutazioni espresse in un’intervista da Carlo Cimbri, Ad di Unipol, in merito al consolidamento del settore bancario di cui si parla molto negli ultimi tempi e che nel caso della holding bolognese vede coinvolta la controllata Unipol Banca e Bper, di cui la stessa Unipol è il primo azionista con poco oltre il 15 per cento.
Il manager nell’intervista ha lasciato una porta aperta a una possibile acquisizione di Unipol Banca (molto oggetto di rumor negli ultimi tempi) da parte di Bper (da lui stesso peraltro indicata come una delle possibili opzioni), sottolineando però, pur facendo un commento in generale, che per arrivare a un consolidamento bisogna prima liberarsi in maniera drastica del fardello degli Npl, come ha fatto recentemente proprio Unipol Banca.
Cimbri ha poi escluso un possibile coinvolgimento della stessa Unipol e di Bper dalla partita Mps, riportato dalle indiscrezioni di stampa negli ultimi giorni.
In merito a Bper, i cui vertici stanno definendo gli ultimi dettagli del nuovo piano industriale e di cui l’ulteriore accelerazione nel de-risking sarà uno dei punti cardine, Cimbri, che ha esortato più volte in questo senso per la banca modenese, ha sottolineato che “sta facendo bene, è sulla strada giusta. Noi siamo investitori di lungo termine e seguiamo il programma che darà risultati. Per arrivare a un processo di consolidamento che sia produttivo occorre che le singole imprese si strutturino o si depurino delle scorie della crisi economica precedente, mi riferisco agli Npl. Noi come Unipol Banca lo abbiamo fatto a suo tempo in maniera drastica”.
Il manager ha poi fatto presente che “la Borsa oggi risente del clima negativo complessivo sul settore e per dei consolidamenti più significativi bisogna aspettare ancora un po’. Di consolidamento se ne parla da tempo, ma deve essere un’unione tra soggetti che creano più forza e non per colmare debolezze”.
Queste, invece, le dichiarazioni rilasciate nell’intervista da Cimbri in merito al possibile coinvolgimento nella questione Mps: “Un’eventuale operazione di fusione tra Bper e Mps è una cosa di fantasia. Ho letto sui giornali che il nostro nome e quello di Bper è stato accostato a quello della banca senese. Ritengo che Bper abbia il suo programma. Mps ha una dimensione troppo diversa e un azionariato che non è al momento di mercato”.
In merito all’istituto toscano, il Governo, che detiene circa il 68% del capitale, che entro giugno dovrà presentare alal Commissione Europea un piano di uscita dall’azionariato.
Intorno alle 10:00 a Piazza Affari il titolo segna un ribasso del 2,1% a 2,99 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno lo 0,4 per cento.