Torna sotto i riflettori il tema dei rimborsi Tltro, il programma di liquidità varato dalla Bce e riservato alle banche europee. Gli analisti si aspettano che la Bce emetterà una terza tranche di finanziamenti Tltro per aiutare gli istituti europei a ripagare i debiti in scadenza nel 2020.
Allo stato attuale le 10 principali banche italiane devono ripagare circa 61 miliardi di capitale obbligazionario nel 2019 e 202 miliardi nel 2020. Di questi 202 miliardi, 136 miliardi sono prestiti Tltro.
I mercati temono che gli istituti bancari dell’Eurozona, specialmente quelli italiani, possano avere difficoltà a reperire i capitali necessari per fare fronte alle obbligazioni da ripagare, dato l’alto costo del debito e un’economia europea in sofferenza.
L’attenzione del mercato di oggi era rivolta all’indice Pmi dell’eurozona per avere un’idea sullo stato dell’economia. L’indice manifatturiero era atteso 51,4 punti per il mese di gennaio ma si è attestato a 50,5 punti, indicando un rallentamento della crescita dell’economia e confermando le preoccupazioni del mercato.
Adesso i mercati si aspettano dalla Bce, che non può più fare ricorso al QE, una nuova tranche di Tltro per dare più respiro all’industria bancaria. Il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa post riunione di oggi, a proposito del Tltro, ha dichiarato che non è stata presa ancora nessuna decisione, pur facendo presente che alcuni membri del consiglio direttivo hanno formulato la possibilità di avviare un’operazione in tal senso.
Un annuncio dal presidente Mario Draghi potrebbe invece venire, secondo alcuni analisti, il prossimo mese di marzo. Solo allora Francoforte sarà in una posizione migliore per valutare lo slancio dell’economia e i segnali provenienti da settori chiave quali quello automobilistico e farmaceutico tedesco o gli scioperi francesi.
Ecco perché il rimborso Tltro, che avverrà non prima del giugno 2020, mette sotto pressione il settore
Il rimborso Tltro è osservato da vicino dagli analisti poiché i prestiti sono computabili ai fini del Net Stable Funding Ratio (Nsfr) fino ad un anno prima della scadenza, dopo di che soltanto il 50% detenuto potrà essere usato per il computo del ratio.
Il Nsfr è l’indicatore che misura la liquidità che le banche dovrebbero avere per coprire la duration degli asset a lunga scadenza. Tale indicatore è uno dei pilastri introdotti da Basilea III per garantire la solidità del sistema bancario. Nonostante non sia ancora obbligatorio, è osservato sia dalle autorità sia dagli investitori, poiché segnala la capacità di una banca di poter finanziare le proprie attività attingendo a fonti di approvvigionamento stabili.
L’avvicinarsi della scadenza impatterebbe negativamente sugli indicatori di solidità degli istituti già dal giugno 2019, poiché la seconda tranche di Tltro (T2) del 2016 era stata suddivisa a sua volta in 4 parti, di cui tre con scadenze nel 2020. In particolare, la prima (T2-1) ha scadenza 30 giugno 2020, la seconda (T2-2) 30 settembre 2020, e la terza (T2-3) 16 dicembre 2020.
Nello specifico, le principali dieci banche italiane devono ripagare 139 miliardi di Tltro nel 2020 di cui 115,8 miliardi, pari all’83% del totale, hanno scadenza il 30 giugno 2020 e quindi impatterebbero sul Nsfr già da questo giugno.
Nella tabella seguente viene mostrato il dettaglio dell’ammontare del prestito Tltro con scadenza 2020 suddiviso per la singola banca e per la relativa scadenza secondo i dati forniti da Bloomberg.