Il Ftse Italia Banche chiude con un guadagno dello 0,9% e in linea all’omologo europeo (+0,9%), consentendo al Ftse Mib (-0,2%) di limitare le perdite.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche a causa di qualche dubbio sul fatto che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale al termine della tregua fissata per inizio marzo, nonostante qualche passo avanti sia stato fatto.
Inoltre, continuano a perpetrarsi le incertezze legate alla Brexit, e in particolare come riprenderanno i negoziati con l’UE dopo la bocciatura da parte del Parlamento britannico dell’accordo precedente. Non va però dimenticata la presenza di un elemento positivo, almeno per il momento, come il compromesso trovato tra Governo italiano e Commissione Europea sulla manovra economica.
Il comparto bancario, grazie anche allo spread Btp-Bund mantenutosi stabile in area 250 pb (fonte Mts Markets), è riuscito ad effettuare un rimbalzo.
Riguardo al settore creditizio, l’attenzione degli investitori resta concentrata sulla copertura dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane, dopo che la stampa ha riportato nuovi dettagli sulle modalità e le tempistiche con cui gli istituti devono arrivare a una copertura integrale (sia per lo stock sia per i nuovi flussi) in base alle indicazioni (non vincolanti) della Bce.
Risalgono tutti i titoli del Ftse Mib, tra cui UniCredit (+1,7%), l’ultima in ordine di tempo ad avere rassicurato sugli impatti delle richieste della Bce, e Intesa Sanpaolo (+0,6%), il cui Ad Carlo Messina ha confermato alla stampa il pay-out ratio dell’85% a valere sul risultato netto 2018.
In controtendenza Bper (-1,5%), con il Ceo di Unipol, Carlo Cimbri, primo azionista della banca modenese con poco oltre il 15%, che in un’intervista ha fatto presente che bisogna prima accelerare nel de-risking prima di pensare ad un’eventuale consolidamento, escludendo comunque un coinvolgimento in Mps. Gli operatori restano in attesa, nelle prossime settimane, della divulgazione del nuovo piano industriale.
Sul Mid Cap lettera su Credem (-1,8%) e Creval (-2,5%), già reduce da una seduta difficile, mentre tiene botta Popolare Sondrio (invariata).
Tenta un recupero Mps (+1,2%), dopo gli ultimi cali in scia ai timori legati alla richiesta della Bce sulla copertura dei crediti deteriorati entro il 2026. La banca, nel frattempo, ha lanciato un covered bond che, stando a quanto riporta la stampa, ha suscitato un enorme interesse.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con l’istituto che ha ricevuto dal Tesoro l’autorizzazione garanzia pubblica per due emissioni obbligazionarie per un importo complessivo di 2 miliardi con durata rispettivamente di 12 e 18 mesi, per i cui lanci secondo indiscrezioni si potrebbe attendere l’approvazione del nuovo piano industriale. Nel frattempo, anche Bankitalia ha sottolineato che per la banca ligure la soluzione migliore è un’aggregazione. Limita il calo Banca Finnat (-0,3%).