ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dello 0,9% e in direzione opposta rispetto all’analogo europeo (+0,3%), non beneficiando del tutto del recupero messo a segno dal comparto bancario (+0,9%) e facendo peggio del Ftse Mib (-0,2%).
Sullo sfondo rimangono i timori legati alla frenata della crescita globale, anche in scia a qualche perplessità sulla possibilità che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sul fronte commerciale al termine della tregua stabilito per inizio marzo, nonostante qualche progresso sia stato compiuto.
Inoltre, restano ancora le incognite legate alla Brexit, e in particolare come riprenderanno le trattative con l’UE dopo la bocciatura da parte del Parlamento britannico dell’accordo precedente. Non va però trascurata la recente evoluzione positiva come l’accordo trovato tra Governo italiano e Commissione Europea sulla legge di Bilancio.
La seduta positiva del settore creditizio ha impattato solo parzialmente sui titoli dell’asset management, tra i quali gli acquisti premiano Fineco (+0,3%).
Vendite su Exor (-1,7%), mossasi in scia alla performance sottotono delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap proseguono le prese di beneficio su Banca Ifis (-2,9%), mentre riparte la corsa di doBank (+0,8%) dopo l’interruzione delle ultime sedute. Giornata incolore per Cerved (-0,6%), che ha visto sfumare l’acquisto di Oasi.
Sullo Small Cap si mette in luce Banca Intermobiliare (+2%), con il primo azionista Trinity che ha superato recentemente l’89% del capitale. Resiste Equita (flat), che ha concluso la sua nona operazione di private debt e sta lavorando al lancio di un secondo fondo.