Intesa Sanpaolo ha messo nel mirino i crediti deteriorati Utp. Una categoria di crediti deteriorati il cui totale ammonta, secondo i dati al settembre 2018, a 15,6 miliardi. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, l’istituto di credito guidato da Carlo Messina starebbe effettuando dei sondaggi tra i possibili investitori per valutare l’interesse.
Il piano di dismissioni potrebbe partire, sempre secondo quanto riportato da Bloomberg, dalla vendita di un pacchetto di inadempienze pari a due miliardi, alla quale la banca starebbe già lavorando. Si tratterebbe di crediti deteriorati garantiti da immobili e asset aziendali.
Proprio qualche giorno fa, parlando dal forum di Davos, Messina aveva annunciato un’accelerazione del piano di de-risking e “sorprese” dal punto di vista della riduzione dei crediti deteriorati che sarebbero state comunicate nel corso della presentazione dei risultati 2018, che saranno approvati dal consiglio di amministrazione il prossimo 5 febbraio.
Intesa Sanpaolo ha un livello di crediti deteriorati lordi pari al 9,2% del totale crediti (4,5% netti) e l’obiettivo è portare tale rapporto al 6% entro il prossimo anno.
I 15,6 miliardi di inadempienze probabili lorde, in particolare, presentano un valore netto di 9,9 miliardi, dato il livello di coperture pari al 36% per cento. Tale livello dovrà essere portato al 100%, secondo quanto richiesto dalla Bce, entro il 2024. Da qui la riflessione sulla convenienza di procedere a una cessione visto il valore di mercato di tali crediti, stimato superiore a quello delle sofferenze.
Intanto, intervenendo oggi a margine di un convegno, Messina ha confermato il pagamento delle cedole. Il manager ha anche aggiunto che “i risultati dimostrerann la forza della banca, di cui le fondazioni nel capitale rappresentano un punto favorevole”.
Attorno alle ore 12:30 i titoli Intesa Sanpaolo perdono circa l’1% a 2,04 euro, in linea con il settore.