Il Ftse Italia Banche chiude con una flessione dello 0,4% e in linea all’omologo europeo (-0,2%), non impedendo però al Ftse Mib di chiudere in territorio positivo (+0,5%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche a causa dei dubbi sul fatto che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo, anche alla luce del caso Huawei, sulla questione commerciale al termine della tregua fissato per inizio marzo. La due giorni di incontri in programma tra oggi e domani a Washington tra i rappresentanti americani e il vice premier cinese, Liu He, potrebbe risultare fondamentale (se non decisivo) il tal senso.
Inoltre, continuano a perpetrarsi le incertezze legate alla Brexit, e in particolare come riprenderanno i negoziati con l’UE dopo la bocciatura da parte del Parlamento britannico dell’accordo precedente e che ieri si è espresso sul piano alternativo proposto dal premier Theresa May. Nel concreto, il Parlamento inglese ha confermato l’orientamento precedente, opponendosi però ad un’uscita dall’Unione Europea “no-deal”.
Altro appuntamento importante della settimana è la prima riunione del 2019 della Fed, fissata per oggi.
Il comparto bancario, grazie al calo dello spread Btp-Bund in area 240 pb (fonte Mts Markets), ha comunque mostrato una buona tenuta nel complesso. Il tutto in attesa che nei prossimi giorni si cominci ad entrare nel vivo della tornata delle trimestrali.
Giornata a due velocità per i titoli del Ftse Mib, tra i quali regge Intesa Sanpaolo (+0,1%), dopo che il Ceo Carlo Messina ha ribadito che “i nostri risultati dimostreranno la forza della banca e la capacità di continuare a generare reddito e distribuire dividendi”, parlando a proposito dei conti del 2018. La banca, nel frattempo, è entrata nel capitale della piattaforma insurtech Yolo.
Altra frenata per UniCredit (-1,2%), nonostante l’istituto intenda accelerare ulteriormente nel de-risking con la cessione, secondo quanto riportato da rumor di stampa, di altri 3 miliardi di crediti deteriorati.
Sul Mid Cap rallentano ancora Credem (-0,2%) e, sopratutto, Popolare Sondrio (-1,4%). Tenta un rimbalzo Creval (+1,7%), dopo diverse sedute negative.
Continua il recupero di Mps (+0,8%), dopo i ribassi delle scorse sedute in scia ai timori legati alla richiesta della Bce sulla copertura dei crediti deteriorati entro il 2026. Nel frattempo, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha sottolineato che sono all’esame tutte le soluzioni per l’uscita dello Stato del capitale, fermo restando l’impegno preso con l’UE.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con la banca che ha emesso e quotato in Borsa due bond pari a 2 miliardi con scadenza a 12 e 18 mesi con garanzia statale. Nel frattempo, prossimamente potrebbe riunirsi il Fitd per discutere del bond da 320 milioni emesso dalla banca ligure e sottoscritto a fine novembre. Altro stop per Banca Finnat (-0,9%).