Il Cda di Salvatore Ferragamo, leader del settore del lusso e della moda, ha comunicato ieri a mercati chiusi il dato preliminare sulle vendite del 2018.
Dell’analisi del solo quarto trimestre, il fatturato si è fissato a 374,7 milioni, in calo del 3,6% rispetto al pari periodo 2017. Una dinamica che ha risentito di diversi fattori, tra cui l’andamento delle valute (-1,8% a cambi costanti), la minore incidenza dei saldi di fine stagione nel canale primario, i minori ricavi del canale secondario e l’andamento negativo del canale wholesale.
Il dato risulta al di sotto delle attese degli analisti raccolte da Bloomberg, che stimavano ricavi per 395 milioni (-5,1%).
Dall’analisi delle vendite per area geografica emerge la crescita dell’1,3% a 142,3 milioni dei ricavi realizzati in Asia Pacifico, mercato di punta del gruppo che rappresenta il 38% del fatturato totale. Una performance che beneficia del solido andamento del fatturato realizzato nei negozi diretti in Cina, aumentato del 7,6% rispetto al 4Q 2017 (+10,1% a cambi costanti).
Diminuiscono i ricavi realizzati in Nord America (-8,5% a 93,1 milioni) e in Europa (-8% a 80,8 milioni).
Migliora il giro d’affari nel Centro e Sud America (+0,6% a 25,8 milioni), mentre cala quello realizzato in Giappone (-0,6% a 32,7 milioni), con i negozi a gestione diretta che hanno registrato un andamento positivo a tassi di cambio costanti scontando però la razionalizzazione del canale wholesale.
A livello di categoria merceologica, scendono del 5% a 149 milioni le vendite delle calzature, mentre le vendite della pelletteria si riducono dell’1,2% a 146,8 milioni.
Inoltre, si segnalano le diminuzioni dei ricavi delle categorie merceologiche di seconda fascia, quali l’abbigliamento (-22,2% a 21,8 milioni) e gli accessori (-5,5% a 24,1 milioni).
Dall’analisi del fatturato per canale distributivo, emerge la contrazione del 2,6% a 250,9 milioni delle vendite retail, che impattano per il 67% sul giro d’affari complessivo (sostanzialmente stabili a cambi costanti; -1,2% like-for-like).
Si riducono del 5,8% a 118,5 milioni le vendite wholesales (32% del fatturato totale). A tassi costati, invece, nell’ultimo trimestre del 2018 tali ricavi sono scesi del 5,4%, principalmente a causa degli andamenti sfavorevoli nei mercati EMEA e in Usa, mentre l’Asia Pacifico e il canale Travel Retail hanno mostrato dei trend positivi.