Il comparto bancario estende ulteriormente il rosso a Piazza Affari. Intorno alle 15:30 il Ftse Italia Banche segna un pesante calo del 4,2 per cento.
Il comparto, dopo un’apertura leggermente positiva, ha poi invertito la rotta ampliando progressivamente le perdite.
L’andamento è penalizzato dalla notizia relativa alla stima preliminare del Pil italiano del quarto trimestre 2018, che ha certificato l’ulteriore rallentamento dell’economia tricolore.
Nel quarto trimestre 2018, infatti, l’Istat stima che il Pil sia diminuito dello 0,2% (consensus -0,1%) rispetto al trimestre precedente, con l’Italia entrata in recessione tecnica dopo il calo congiunturale dello 0,1% registrato nel terzo trimestre 2018.
Anche il corrispondente indice bancario europeo sta vivendo una giornata difficile, lasciando sul terreno il 3% alla stessa ora.
Secondo alcuni operatori di mercato, ad alimentare le vendite sarebbero anche i rumor, riportati da Bloomberg, secondo cui la fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank potrebbe avvenire già entro metà anno se i conti che i due istituti presenteranno alle prossime scadenze saranno deludenti, mostrando che i tentativi di ristrutturazione non centrassero gli obiettivi nell’ultimo trimestre 2018 e nel primo trimestre 2019.
Un’analista di M.M. Warburg intervistato da Bloomberg ha commentato così le indiscrezioni riguardo la fusione: “Se questo fosse vero, la situazione economica di Deutsche Bank deve essere peggio che vista da fuori”. I due istituti tedeschi stanno arretrando rispettivamente del 5% a 7,67 euro e del 6,6% a 6,27 euro.
Sotto pressione su tutti i titoli del Ftse Mib, con Intesa Sanpaolo (-4% a 1,98 euro), UniCredit (-4,3% a 10,06 euro), Ubi (-4,9% a 2,23 euro), Banco Bpm (-5,5% a 1,68 euro), Bper (-6,7% a 2,94 euro) e Mediobanca (-2,8% a 7,61 euro).
Stesso scenario sul Mid Cap, con Credem (-2,7% a 4,91 euro), Creval (-4% a 0,0653 euro), Mps (-2,4% a 1,23 euro) e Popolare Sondrio (-5,1% a 2,29 euro).