Il Ftse Italia Banche chiude invariato e poco al di sopra dell’omologo europeo (-0,4%), contribuendo alla performance positiva del Ftse Mib (+0,4%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche a causa dei dubbi sul fatto che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale al termine della tregua fissato per inizio marzo. La due giorni di incontri a Washington iniziata ieri e che proseguirà oggi tra i rappresentanti americani e il vice premier cinese, Liu He, potrebbe risultare fondamentale (se non decisivo) il tal senso.
Inoltre, continuano a perpetrarsi le incertezze legate alla Brexit, e in particolare come riprenderanno i negoziati con l’UE dopo che il Parlamento inglese ha espresso la volontà di non uscire dall’Unione senza un accordo. I rappresentanti dell’UE però hanno fatto sapere che non è possibile rinegoziare l’intesa già raggiunta.
Altro appuntamento importante della settimana è stata la prima riunione del 2019 della Fed tenutasi ieri, con la banca centrale che ha lasciato invariati i tassi e confermato il rallentamento nel ritmo di rialzi degli stessi e precisato che si muoverà con pazienza prima di intraprendere nuove misure, guardando l’andamento dell’economia.
Il comparto bancario, grazie anche all’ulteriore restringimento dello spread Btp-Bund sotto i 240 pb (fonte Mts Markets), è riuscito a tenere la parità. Il tutto in attesa che nei prossimi giorni si cominci ad entrare nel vivo della tornata delle trimestrali.
Seduta mista per i per i titoli del Ftse Mib, tra i quali si mette in luce Intesa Sanpaolo (+0,6%), con Francesco Profumo, presidente di Compagnia di San Paolo, fondazione azionista della banca con il 6,79%, che ha fatto presente che le principali fondazioni socie dell’istituto stanno avviando le procedure volte a costituire un patto di consultazione in vista del rinnovo del cda.
In evidenza Bper (+0,9%), che secondo indiscrezioni di stampa è vicina all’acquisto del 40% di Arca Holding insieme a Popolare Sondrio.
Arretra ancora UniCredit (-0,8%), con Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione Cariverona, azionista della banca con l’1,8%, che ha espresso l’opinione personale secondo cui il Ceo Jean Pierre Mustier ha in mente di realizzare un’operazione di aggregazione transfrontaliera, anche se poi l’ente tramite una nota ha fatto sapere di non avere informazioni privilegiate sulle strategie dell’istituto. Sempre Mazzucco, ha dichiarato come UniCredit poteva prendere in considerazione, o forse l’ha fatto, di intervenire su Carige ma solo a certe condizioni, e che non avrebbe trovato una grande sponda nel Governo.
Sul Mid Cap limita il calo Credem (-0,2%), mentre indietreggia nuovamente Popolare Sondrio (-2,3%). Prosegue in modo significativo il recupero di Creval (+4,9%), dopo diverse giornate in ribasso.
Si interrompe la risalita di Mps (-0,6%), tentata dopo i ribassi delle scorse sedute in scia ai timori legati alla richiesta della Bce sulla copertura dei crediti deteriorati entro il 2026. Nel frattempo, secondo indiscrezioni di stampa, la banca sarebbe al lavoro in vista della cessione di asset immobiliari per un valore di 600 milioni.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con la banca che ha emesso e quotato in Borsa due bond pari a 2 miliardi con scadenza a 12 e 18 mesi con garanzia statale. Intanto, secondo rumor di stampa, il Fitd intende aspettare di conoscere il piano industriale prima di prendere una decisione sul tasso del bond da 320 milioni emesso dalla banca ligure e sottoscritto a fine novembre. Ancora realizzi su Banca Finnat (-0,3%).