Mercati – Milano (-0,2%) appesantita dalle banche, Ferrari e Tim in controtendenza

Chiusura contrastata per le Borse europee, incerta così come Wall Street in attesa di dettagli sui colloqui commerciali con la Cina.

Il Ftse Mib recupera parzialmente terreno nella parte finale della seduta ma termina gli scambi in ribasso dello 0,2% a 19.730 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%), mentre il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e il Ftse 100 di Londra (+0,4%) chiudono in frazionale rialzo.

A Wall Street avanza il Nasdaq a +1,3% sostenuto da Facebook (+12%) in scia ai conti, mentre arretra il Dow Jones (-0,2%) e lo S&P 500 è a +0,7 per cento.

All’indomani della riunione della Federal Reserve in cui la banca centrale americana ha assicurato pazienza nel valutare nuovi interventi sui tassi e flessibilità nel percorso di alleggerimento del bilancio, l’attenzione si è spostata principalmente sui colloqui commerciali tra Usa e Cina. Le trattative proseguono bene secondo il presidente Donald Trump, ma un accordo definitivo potrà essere raggiunto solo nei prossimi incontri, in un futuro non lontano, con il premier cinese Xi Jinping.

Le affermazioni della Fed hanno spinto il rendimento del Treasury decennale in ribasso al 2,64% e appesantito il dollaro, che tocca quota 1,15 per poi risalire a 1,145 nei confronti dell’euro e a 108,8 yen.

Nonostante il rialzo generale dei bond europei, resta poco mosso il tasso del Btp decennale italiano al 2,59%, con uno spread di 243 punti base dal Bund, complice la stima dell’Istat sul Pil che ha certificato l’entrata in recessione tecnica del Paese.

Tra le materie prime, l’oro approfitta dell’indebolimento del dollaro per portarsi a 1.325 dollari l’oncia. In rialzo anche le quotazioni del greggio, con Wti e Brent rispettivamente a 55,2 e 62,2 dollari al barile.

A Piazza Affari arretrano le banche, con Bper (-6,1%), Banco Bpm (-4,9%), Ubi (-4,7%), UniCredit (-4%), Intesa Sanpaolo (-3,2%) e Mediobanca (-3%) tra le peggiori del Ftse Mib.

In evidenza invece Ferrari (+11%), dopo i risultati del quarto trimestre in linea con il consensus e l’outlook positivo per il 2019.

Bene anche Tim (+5%), in seguito alla comunicazione che Elliott è salita al 9,4% del capitale, e Recordati (+4%).