Seduta brillante a Wall Street partita già lancia in resta, in scia ai risultati trimestrali confortanti di molti big sia del settore industriale che tecnologico.
I listini procedono nel finale ad un ulteriore allungo, in seguito alle dichiarazioni della Banca Centrale sempre più prudente nella politica monetaria restrittiva ed aperta a ridurre anche il Quantitative Tightening prima del prima del programma previsto.
Il bilancio della seduta vede il Dow Jones (+1,8%) risalire di nuovo sopra la soglia dei 25.000 punti con un allungo di quasi 500, il Nasdaq volare del +2,2%, lo S&P 500 del +1,6% ed il Russell 2000 del +1,1%.
AMD sale del 20% e trascina sia l’indice dei semiconduttori (+2,9%) che il settore tecnologico dello S&P 500 (+3%).
VIX in forte calo di oltre il sette per cento a 17,65 punti.
In after hours, balzo di Facebook (+7%) che batte facilmente le attese sia di ricavi che di utili, mentre più incerti appaiono i risultati sia di Microsoft (-2%) che di PayPal (-5%).
Sul fronte macro economico, il numero delle case esistenti scende del 2,2% su base mensile rispetto ad una crescita prevista dello 0,5% e torna ai livelli di metà 2014.
Mercato obbligazionario in altalena con i rendimenti in salita prima del comunicato della Fed ed in discesa successivamente con la scadenza biennale in calo di quattro punti base al 2,53% e la decennale di due al 2,70 per cento.
Un’altra giornata di rally per il petrolio (+1,7%) che vola a 54,2 dollari al barile, massimo degli ultimi due mesi, in scia alle sanzioni economiche applicate dagli Stati Uniti nei confronti del Venezuela.
Metalli preziosi ancora in denaro con l’argento (+1%) che supera per la prima volta la soglia dei 16 dollari l’oncia dallo scorso aprile.
Infine, dollaro in forte discesa dopo l’annuncio Fed fino a 1,15 nei confronti della moneta unica.