Tim – Elliott: “percorsi diversi per aumentare valore, no cambiamento Cda”, resta il collar

Elliott ritiene che “ci siano diversi percorsi per Tim per aumentare il valore per gli azionisti, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la separazione della rete fissa (NetCo) e la valutazione di opzioni di consolidamento del mercato, nonché la conversione delle azioni di risparmio”.

A riportarlo è lo stesso fondo americano, nella comunicazione alla Sec statunitense relativa agli acquisti che hanno portato la sua partecipazione, detenuta attraverso la stessa Elliott, Elliott International e Liverpool Limited Partnership, dall’8,8% al 9,4% del capitale sociale. Le operazioni sono state effettuate tra il 27 dicembre 2018 e il 30 gennaio 2019 a prezzi compresi tra 46 e 52,5 centesimi di euro, per complessivi 38 milioni circa.

Elliott afferma inoltre che “qualsiasi cambiamento nella composizione del Consiglio in questo momento pregiudicherebbe l’esecuzione e la consegna dei previsti piani di creazione di valore dell’Emittente”.

Dalla comunicazione emergono anche i nuovi termini del collar sul 4,9% del capitale, con controparte JP Morgan, contestato da Vivendi in quanto tutela Elliott dalla svalutazione del titolo, rendendo i suoi interessi non allineati a quelli degli altri azionisti.

Elliott ha assunto una posizione short su opzioni call relative a 240 e 510 milioni di azioni ordinarie Telecom Italia e contemporaneamente ha acquistato opzioni put su ad altrettante azioni. Le call hanno un prezzo di esercizio di 0,4809 euro mentre le put hanno uno strike price di 0,4351 euro. Le opzioni call e put hanno date di scadenza che vanno dal 29 maggio 2020 al 29 settembre 2020.

Nel filing di aprile 2018 il fondo aveva comunicato un collar sempre su 750 milioni di azioni, realizzato tramite la combinazione fra l’acquisto di una put a 81,05 centesimi e la cessione di una call a 89,59 cent, con scadenze comprese tra il 5 febbraio e il 6 giugno di quest’anno.

Si sottolinea infine che il file depositato alla Sec non menziona più la quota del 2,8% del capitale di risparmio, circa 170 milioni di titoli che quindi Elliott potrebbe aver venduto per acquistare azioni ordinarie.