Altra giornata di passione per il comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 14:30 il Ftse Italia Banche segna un pesante ribasso del 3%, dopo che ieri aveva lasciato sul terreno il 3,8 per cento.
La performance risente del repentino allargamento dello spread Btp-Bund in area 260 punti base, dopo che negli ultimi giorni si era mantenuto sostanzialmente stabile nell’intorno dei 240 pb (fonte Mts Markets).
Il tutto in scia alla notizia relativa alla stima preliminare del Pil italiano del quarto trimestre 2018, comunicata ieri, che ha certificato l’ulteriore rallentamento dell’economia tricolore.
Nel quarto trimestre 2018, infatti, l’Istat stima che il Pil sia diminuito dello 0,2% (consensus -0,1%) rispetto al trimestre precedente, con l’Italia entrata in recessione tecnica dopo il calo congiunturale dello 0,1% registrato nel terzo trimestre 2018.
“I dati Istat che confermano la recessione nel secondo semestre del 2018 sono ampiamente attesi e non stanno intaccando il recupero di fiducia dei mercati finanziari nel debito italiano”. Con queste parole il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha cercato di rassicurare ieri sulla situazione.
Anche gli altri principali esponenti del Governo hanno fatto lo stesso, a partire dal premier Giuseppe Conte, che ha espresso fiducia per il 2019.
Sotto pressione su tutti i titoli del Ftse Mib, con Intesa Sanpaolo (-2,5% a 1,95 euro), UniCredit (-3,1% a 9,78 euro), Ubi (-4,9% a 2,13 euro), Banco Bpm (-4,5% a 1,62 euro), Bper (-1,7% a 2,91 euro) e Mediobanca (-2,6% a 7,40 euro).
Stesso scenario sul Mid Cap, con Credem (-2% a 4,88 euro), Mps (-2,2% a 1,21 euro) e Popolare Sondrio (-3,4% a 2,25 euro) e, in misura minore, Creval (-0,6% a 0,065 euro).