Il Ftse Italia Banche chiude con un pesante ribasso del 3,8% e facendo peggio dell’omologo europeo (-2,6%), frenando anche il Ftse Mib (-0,2%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche a causa dei dubbi sul fatto che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale al termine della tregua fissato per inizio marzo.
Dopo la due giorni di incontri a Washington tra i rappresentanti americani e il vice premier cinese, Liu He, il presidente americano, Donald Trump, ha fatto sapere che le trattative stanno andando bene, anche se il momento decisivo sarà l’incontro tra lo stesso Trump e il collega cinese Xi Jinping, che secondo indiscrezioni potrebbe avvenire entro fine febbraio.
Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha certificato l’ulteriore rallentamento dell’economia tricolore. Nel quarto trimestre 2018, infatti, l’Istat stima che il Pil sia diminuito dello 0,2% (consensus -0,1%) rispetto al trimestre precedente, con l’Italia entrata in recessione tecnica dopo il calo congiunturale dello 0,1% registrato nel terzo trimestre 2018.
“I dati Istat che confermano la recessione nel secondo semestre del 2018 sono ampiamente attesi e non stanno intaccando il recupero di fiducia dei mercati finanziari nel debito italiano”, ha però sottolineato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Il comparto bancario, con lo spread Btp-Bund riportatosi sopra i 240 pb (fonte Mts Markets), ha archiviato una giornata difficile. Il tutto in attesa che nei prossimi giorni si cominci ad entrare nel vivo della tornata delle trimestrali.
Secondo alcuni operatori di mercato, ad alimentare le vendite sarebbero stati anche i rumor, riportati da Bloomberg, secondo cui la fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank potrebbe avvenire già entro metà anno se i conti che i due istituti presenteranno alle prossime scadenze saranno deludenti, mostrando che i tentativi di ristrutturazione non centrassero gli obiettivi nell’ultimo trimestre 2018 e nel primo trimestre 2019.
Seduta difficile per tutti i titoli del Ftse Mib, a partire da Bper (-6,1%), che a fine febbraio presenterà il nuovo piano industriale. Male UniCredit (-4%), anche se Luigi Garofalo, presidente della Fondazione Cassamarca, azionista della banca con lo 0,07%, ha affermato che intende mantenere l’investimento e di puntare alla cedola.
Sul Mid Cap in rosso Credem (-1,2%), Mps (-1,8%) ma, soprattutto, Popolare Sondrio (-3,7%) e Creval (-3,8%).
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con la banca che nei giorni scorsi ha emesso e quotato in Borsa due bond pari a 2 miliardi con scadenza a 12 e 18 mesi con garanzia statale. In recupero Banca Finnat (+1,5%).