Il Ftse Italia Servizi Finanziari archivia la settimana con una lieve rialzo dello 0,3% e in linea all’analogo europeo (+0,3%), frenato solo in parte dalle forti vendite sul comparto bancario (-7,4%) e tenendo meglio del Ftse Mib (-1,2%).
Sullo sfondo rimangono i timori legati alla frenata della crescita globale, anche in scia a qualche perplessità sulla possibilità che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sul fronte commerciale al termine della tregua stabilito per inizio marzo.
Dopo la due giorni di vertici, mercoledì e giovedì scorso, a Washington tra i rappresentanti americani e il vice premier cinese, Liu He, il presidente statunitense, Donald Trump, ha affermato che i negoziati stanno andando bene, anche se il momento cruciale sarà il meeting tra lo stesso Trump e il collega cinese Xi Jinping, che secondo rumor potrebbe avere luogo entro fine febbraio.
Inoltre, permangono le incertezze sulla Brexit, con l’Unione Europea che ha fatto sapere alla Gran Bretagna che non si può cambiare l’accordo già trovato.
Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha confermato l’ulteriore frenata dell’economia tricolore. Nel quarto trimestre 2018, infatti, l’Istat stima che il Pil sia sceso dello 0,2% (consensus -0,1%) rispetto al trimestre precedente, con l’Italia entrata in recessione tecnica dopo la flessione congiunturale dello 0,1% registrato nel terzo trimestre 2018, anche se l’esecutivo ha cercato di rassicurare sulla situazione.
L’ottava difficile del settore creditizio si è riflessa in larga parte anche sui titoli dell’asset management, con Azimut (+1,4%) che però riesce a resistere alle vendite in scia al fatto che il gruppo ha fatto sapere di avere sottoposto all’autorità di vigilanza lussemburghese una nuova metodologia di calcolo delle performance fee sui fondi lussemburghesi, che si tradurrà in una significativa riduzione dei costi variabili per i clienti.
Ben intonata Exor (+2,2%), mossasi in scia all’exploit della controllata quotata Ferrari, nonché della performance positiva dell’altra controllata quotata Fca.
Nel Mid Cap frena Banca Ifis (-2,8%) dopo gli acquisti delle sedute precedenti, mentre scatta doBank (+6,7%), che continua a beneficiare dell’acquisizione di Altamira. Sottotono Cerved (-0,5%), nonostante l’annuncio dell’acquisizione di Eurobank Property Services nell’ambito di un accordo nel real estate con la banca greca Eurobank e con il cda che lo scorso venerdì ha approvato i risultati preliminari del 2018, che hanno visto ricavi ed Ebitda adjusted in crescita.
Sullo Small Cap male Banca Intermobiliare (-5,3%), con il primo azionista Trinity che ha superato recentemente l’89% del capitale. In luce Mittel (+2,3%), il cui maggiore azionista, il veicolo Progetto Co-Val, ha portato a termine la cessione del 3,1% del capitale per ripristinare il flottante e con l’assemblea che ha eletto il nuovo cda.