Utility – In rialzo (+0,4%), Terna (+1,3%) in testa alle Big

Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso in rialzo dello 0,4%, facendo meglio del Ftse Mib (+0,1%) e in controtendenza all’Euro Stoxx 600 Utilities (-0,1%).

Giornata all’insegna dell’incertezza per le Borse del Vecchio Continente.

Prevale un atteggiamento prudente tra gli investitori oltreoceano, alla ricerca di segnali per dar seguito al rally di gennaio, alimentato dalla ripresa dei colloqui commerciali Usa-Cina e dalle indicazioni accomodanti delle banche centrali.

L’agenda macroeconomica della zona euro ha visto la pubblicazione dei dati relativi ai prezzi alla produzione che hanno fatto registrare a dicembre un calo dello 0,8% su base mensile e un rallentamento al 3% annuo.

In Italia i dati preliminari sull’inflazione di gennaio hanno riportato un aumento dello 0,1% m/m e dello 0,9% a/a (dal +1,1% registrato nel mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è diminuito dell’1,7% su base mensile e cresciuto dello 0,9% su base annua, in rallentamento dal +1,2% del mese precedente.

Nel comparto obbligazionario, invece, lo spread Btp-Bund chiude in area 257 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo al 2,75 per cento.

Tra le Big la migliore è stata Terna (+1,3%), che torna in positivo dopo avere ceduto l’1,5% nella scorsa ottava. Segue Snam, in rialzo dello 0,9 per cento.

Tra i titoli a media capitalizzazione, acquisti su Iren (+2%), in attesa della delibera sul rinnovo dei patti parasociali di Iren, il sindaco di Torino, Chiara Appendino, pare propenso a far votare la sua maggioranza per il «sì» al nuovo statuto.

Hera (-0,5%) ha comunicato che alla fine di gennaio le azioni ordinarie con voto maggiorato erano pari a 774.948.207 (771.771.989 in precedenza), mentre le azioni ordinarie erano pari a 714.590.538 (717.766.756 in precedenza). Alla prima categoria di titoli spettano, quindi, 1.549.896.414 diritti di voto (1.543.543.978 in precedenza), mentre alla seconda 714.590.538 diritti di voto (717.766.756 in precedenza).

Tra le Small Cap, ben comprata Alerion Clean Power (+2,8%).

Segue Seri Industrial (+1,6%) che a fine dicembre ha riportato un indebitamento finanziario netto consolidato pari a 25,2 milioni, in netto calo rispetto ai 62,6 milioni del mese precedente.

Inoltre si riporta che lo scorso mese di gennaio il consumo di gas naturale in Italia è stato pari a 10,5 miliardi di metri cubi, con un incremento del 19,8% rispetto a gennaio 2018. Un andamento dovuto a temperature in media più rigide e alla ripresa del termoelettrico.

Infine, nei primi giorni di quotazione del mese di febbraio le quotazioni del gas naturale presso il Punto di scambio virtuale (Psv) si stanno muovendo intorno a 21,3 €/MWh, cioè il 9,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2018, ma il 12,3% in meno rispetto a inizio gennaio 2019.