Carige ha avviato l’iter per la cessione dei crediti problematici rimasti in seno alla banca, con l’accelerazione nel de-risking che rappresenta un tassello fondamentale del nuovo piano industriale che sarà presentato entro fine febbraio e anche in vista di una potenziale aggregazione.
Secondo rumor di stampa, è stata aperta una data room riguardante un pacchetto di Npl che l’istituto ligure intende cedere, sia sofferenze (Npl) sia inadempienze probabili (Utp), per un ammontare pari a 1,5 miliardi.
L’obiettivo dichiarato dall’ex amministratore delegato e attuale commissario Fabio Innocenzi è quello di portare il livello dei crediti deteriorati a un valore compreso tra il 5% e il 10% del totale dei crediti.
Sempre secondo le indiscrezioni di stampa, al dossier sarebbero interessati la Sga, posseduta dal Tesoro, e Credito Fondiario, che dalla banca genovese ha già rilevato nel recente passato un portafoglio di Npl da 1,2 miliardi più la piattaforma di gestione.
Anche Corrado Passera, Ad di illimity (la banca specializzata nata dalla business combination tra Spaxs e Banca Interprovinciale) nei giorni scorsi ha affermato che, nel caso la banca ligure avesse intenzione di vendere dei crediti problematici, l’operazione sarebbe stata valutata.
Si segnala che la fotografia presentata dal bilancio dello scorso 30 settembre risulta datata, poiché da allora sono state intraprese diverse altre operazioni che hanno migliorato la situazione.
Dai 4,8 miliardi del totale di crediti deteriorati della fine del terzo trimestre 2018, infatti, bisogna togliere circa 1 miliardo di sofferenze ceduto tramite l’operazione di cartolarizzazione denominata Riviera, mentre 366 milioni di Utp sono stati venduti a Bain Capital. Inoltre, il 21 dicembre è stato trovato un accordo con il gruppo Messina per la restituzione del debito pari a circa 420 milioni del gruppo armatoriale, nel cui capitale è entrato il colosso Msc della famiglia Aponte.
L’attuale ammontare dei crediti deteriorati in seno all’istituto ligure dovrebbe quindi essere sceso attorno ai 2,8-3 miliardi a livello lordo.
Infine, si segnala che, sempre secondo quanto riporta la stampa, Carige avrebbe aperto anche una data room nell’ottica di un potenziale aggregazione, che consenta agli operatori interessati di esaminare nel dettaglio i numeri della banca nel suo complesso e di formulare precise richieste.