Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem ha esaminato i dati preliminari dei ricavi e dell’indebitamento finanziario netto del 2018 e i target per l’Ebitda dello scorso anno.
Nel corso del quarto trimestre il fatturato si è attestato a 736 milioni, mostrando una crescita del 9,4% su base annua, mentre l’indebitamento finanziario netto è salito a 891 milioni rispetto ai 723 milioni rilevati lo scorso 30 settembre.
Nel 2018, quindi, il giro d’affari di Buzzi Unicem mostra un incremento del 2,4% a 2.873 milioni (+3,2% a parità di perimetro e cambi), con l’impatto negativo dei cambi per 74 milioni che ha parzialmente annullato l’aumento dei volumi complessivi.
Nello scorso esercizio le vendite di cemento e clinker sono aumentate del 4,3% a 27,9 milioni di tonnellate, mentre quelle di calcestruzzo preconfezionato sono diminuite del 3,6% a 11,8 milioni di metri cubi.
A livello geografico, il fatturato in Italia è cresciuto del 7,5% a 460 milioni beneficiando della variazione del perimetro con l’acquisizione dell’ex Cementizillo, senza la quale si rileverebbe un calo dello 0,9 per cento.
La variazione di perimetro ha impattato positivamente anche sul giro d’affari in Germania, salito del 7,6% a 633 milioni (+4,7% a parità di perimetro), mentre in Lussemburgo e nei Paesi Bassi si è rilevato un incremento del 5,5 per cento.
In Europa Orientale, la crescita dei volumi e il parziale miglioramento dei prezzi hanno sostenuto i ricavi in Polonia (+14,8% a 111 milioni) e in Repubblica Ceca (+11,2% a 165 milioni), compensando il calo rilevato in Ucraina (-6,6% a 88 milioni), penalizzata dal deprezzamento della valuta.
In Russia i ricavi sono sostanzialmente rimasti stabili a 186 milioni, con l’incremento dei volumi di vendita nel secondo semestre e la crescita dei prezzi medi appesantiti dalla svalutazione del rublo (+13% a parità di cambi).
Negli Stati Uniti, infine, le condizioni climatiche avverse hanno penalizzato i volumi che, insieme all’effetto sfavorevole determinato dal cambio euro/dollaro, hanno comportato una riduzione del 3,7% del fatturato a 1.070 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è salito a 891 milioni rispetto agli 863 milioni rilevati alla fine del 2017, con il flusso dell’attività operativa che è riuscito quasi totalmente a bilanciare le spese in operazioni di M&A e la conclusione del programma di buyback.
Infine, il board ha previsto per il 2018 un margine operativo lordo ricorrente pari a 570 milioni, in linea con la previsione precedente che aveva stimato un calo qualche punto percentuale rispetto al 2017 (576,4 milioni).