Seduta negativa per le Borse del Vecchio Continente, che hanno accelerato al ribasso a partire da metà mattinata dopo il taglio delle stime di crescita da parte dell’UE.
Milano chiude le contrattazioni in calo del 2,6% a 19.478 punti, in linea con il Dax di Francoforte (-2,7%), mentre il Cac 40 di Parigi (-1,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,8%) e il Ftse 100 di Londra (-1,1%) limitano i danni.
Sottotono anche Wall Street, con gli indici in ribasso tra l’1% e l’1,5%, complici anche i commenti del consigliere statunitense Larry Kudlow, secondo cui c’è ancora una grande distanza con la Cina sul terreno delle trattative commerciali. Fra i titoli, male Twitter a -10% dopo la guidance deludente sui ricavi e l’annuncio che smetterà di comunicare i dati sugli utenti medi mensili.
La Commissione Europea ha tagliato le stime di crescita dell’Eurozona al +1,3% (dal +1,9%) nel 2019 e al +1,6% (dal +1,7%) nel 2020, mentre l’inflazione attesa è pari all’1,4% per l’anno in corso e all’1,5% per il prossimo (rispettivamente in calo dall’1,8% e dall’1,6%).
Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni sul Pil di quest’anno sono state abbassate dal +1,2% al +0,2% e quelle per il 2020 dal +1,3% al +0,8 per cento. A pesare sono soprattutto le incertezze politiche e il calo degli investimenti, mentre il sostegno ai consumi derivante dal reddito di cittadinanza è ritenuto marginale.
Le stime della Commissione Europea fanno schizzare il rendimento del Btp decennale al 2,96%, ampliando lo spread con il Bund di 15 punti base a 285 pb.
Notizie poco rassicuranti anche dall’agenda macroeconomica, con le vendite al dettaglio nazionali in diminuzione dello 0,7% su base mensile a dicembre (contro il -0,2% previsto). Dati deludenti anche per la Germania, dove la produzione industriale ha registrato un calo inatteso (il quarto consecutivo) dello 0,4% a dicembre rispetto al mese precedente.
In mattinata, inoltre, è stato pubblicato il bollettino della Bce, che ha confermato un’evoluzione dell’economia più debole rispetto alle attese e l’orientamento al ribasso dei rischi per le prospettive di crescita nell’area euro, a causa delle incertezze connesse a fattori geopolitici, al protezionismo e alle vulnerabilità dei mercati emergenti e finanziari. Resta essenziale un significativo stimolo da parte della politica monetaria per sostenere l’inflazione, che tuttavia dovrebbe rallentare nei prossimi mesi.
Sul Forex l’euro staziona a 1,135 nei confronti del dollaro, mentre il cambio tra biglietto verde e yen arretra a 109,7. In rialzo la sterlina, 1,297 dollari e 0,875 euro, dopo l’incontro fra Theresa May e Jean Claude Juncker, che si incontreranno nuovamente entro fine mese. Intanto, la Bank of England ha lasciato inalterati i tassi di interesse e ha rivisto al ribasso la stima sul Pil 2019 da 1,7% a 1,2%, mentre il primo rialzo dei tassi è atteso nel primo trimestre del 2021.
In frenata le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente in area 52,2 e 61,1 dollari, mentre l’oro quota 1.310 dollari l’oncia.
A Piazza Affari gli acquisti premiano Banco Bpm (+0,8%) e Cnh (+1,2%), che hanno diffuso i risultati, oltre a Diasorin (+1,4%). Limitano le perdite Bper (-1%) ed Enel (-1%) dopo i la trimestrale, mentre UniCredit (-1,9%) ha perso smalto nel corso della giornata dopo un avvio tonico innescato dai conti.
Affonda Fca (-12,2%), che ha archiviato il periodo ottobre-dicembre con risultati inferiori alle attese a livello di Ebit e liquidità industriale, presentando inoltre una guidance 2019 inferiore alle aspettative.