Altra seduta in calo per le Borse europee, appesantite anche dall’intonazione negativa di Wall Street nelle prime ore di contrattazioni. A Piazza Affari il Ftse Mib chiude in ribasso dello 0,6% a 19.351 punti. Segni rossi anche per il Dax di Francoforte (-1%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%), mentre a Wall Street i principali indici mostrano perdite fino a un punto percentuale.
A frenare i benchmark azionari sono soprattutto i timori legati al rallentamento della crescita globale, dopo le numerose indicazioni deboli dall’agenda macroeconomica e i tagli delle stime di crescita da parte di istituzioni nazionali e internazionali, oltre all’incertezza sulle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina.
I commenti del presidente americano, Donald Trump, e del consigliere Larry Kudlow, infatti, hanno allontanato la possibilità di raggiungere un accordo prima del 1° marzo, data in cui le tariffe americane su 200 miliardi di prodotti cinesi passeranno dal 10% al 25 per cento. La prossima settimana i rappresentanti statunitensi Robert Lighthizer e Steven Mnuchin voleranno a Pechino per proseguire i negoziati ma la facoltà di siglare un’intesa definitiva spetta ai due leader, che difficilmente potranno incontrarsi prima del mese di marzo.
Nel frattempo, sul Forex, l’euro resta in area 1,133 dollari, appesantito dalle proiezioni della Commissione Europea e dalla serie di dati macro sottotono di questa settimana, mentre il cambio fra biglietto verde e yen rimane poco mosso a quota 109,7.
Nel comparto obbligazionario continua a soffrire la carta italiana, dopo il taglio delle stime di crescita di ieri e i dati deboli sulla produzione industriale di oggi (-0,8% mensile, -5,5% su base annua corretta per gli effetti di calendario). Il rendimento del Btp decennale ha toccato in giornata la soglia del 3% e resta separato dal Bund da uno spread di 289 punti base, complice la discesa del titolo tedesco a 9 centesimi di rendimento.
Tra le materie prime, infine, l’oro risale a 1.314 dollari l’oncia, mentre le quotazioni del greggio Wti e Brent si attestano rispettivamente a 52,3 e 61,3 dollari al barile, in flessione rispetto alla vigilia.
A Piazza Affari brilla Bper (+8,8%), dopo la diffusione dei risultati e l’annuncio dell’acquisizione di Unipol Banca. Acquisti anche su UniCredit (+1%) e Amplifon (+1%). Arretra Unipol (-5,4%), dopo l’esclusione di un accorciamento della catena di controllo da parte del Ceo Carlo Cimbri.
Debole Ubi (-4,3%) dopo la trimestrale, mentre l’Ad Victor Massiah ha escluso la vendita della piattaforma di recupero crediti e ha dichiarato che verranno fatte operazioni solo se creeranno valore. Ancora vendite su Fca (-2,9%), dopo il crollo della giornata precedente (-12,2%) innescato dai dati al 31 dicembre e da una guidance deludente per il 2019.