Wall Street parte negativa in scia alla peggiore seduta dei mercati europei da inizio anno e prosegue la discesa nel corso della giornata, in seguito alle dichiarazioni americane sulla difficoltà a raggiungere un accordo con la Cina sulla questione dei dazi doganali entro la scadenza del primo marzo.
Nel finale, gli indici recuperano una parte delle perdite e chiudono lontano dai minimi.
Il bilancio della seduta vede, tuttavia, il Nasdaq cedere l’1,2% e tutti e tre gli altri indici arretrare dello 0,8% con lo S&P 500 che tiene quota 2.700 punti, il Russell 2000 i 1.500 ed il Dow Jones rimbalzare a 25.000.
Riprende a salire, invece, la volatilità con l’indice VIX che sale di oltre il 6% a 16,4 punti dopo aver toccato un massimo a 17,90.
In serata, General Electric perde il 4% attenuando una settimana di forti guadagni, in scia ad un abbassamento del rating creditizio da parte dell’agenzia Fitch da stabile a negativo.
Più rilevante, al contrario, l’intervento di Bullard uno dei più noti membri “dovish” della Federal Reserve, il quale ammonisce che ci sono rischi seri di un rallentamento economico anche domestico e che non vede pressioni inflazionistiche sui prezzi, pur sostenendo che sia ancora presto per tagliare i tassi di interesse.
I futures americani non ricevono alcuna spinta dalla dichiarazione e scambiano, durante la sessione asiatica, in ribasso dello 0,4 per cento.
In calo anche il petrolio che perde due punti percentuali e chiude a 52,4 dollari al barile. Giornata di riflessione anche per i metalli preziosi – oro ed argento – che limano qualche decimo di punto percentuale soffrendo la forza del biglietto verde che si inerpica a 1,134 nei confronti della moneta unica.
Infine, sul mercato obbligazionario si registra un sensibile “flight to safety” con i rendimenti in calo su tutte le scadenze. In particolare, sul titolo a due anni scendono di quattro basis points al 2,48% e sul decennale di sei al 2,64 per cento.