Mps ha archiviato il quarto trimestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 769,1 milioni (-4,2% a/a). Il calo dei costi a 635,4 milioni (-2,3% rispetto al quarto trimestre 2017) e delle rettifiche a 267 milioni (-51,6% su base annua), non sono stati però sufficienti a portare in utile i conti. Il trimestre ha registrato, quindi, una perdita di 100,6 milioni (-501,5 milioni nel periodo di confronto).
Il quarto trimestre 2018 di Mps ha risentito di stagionalità e del difficile scenario macroeconomico degli ultimi tre mesi dello scorso anno. Nonostante questo, i ricavi core mettono a segno un piccolo incremento (+1,7% a/a), a testimonianza degli sforzi della banca.
Nel complesso il margine di intermediazione, anche a causa l’andamento dei mercati, ha evidenziato un calo non del tutto compensato dalla diminuzione dei costi.
L’istituto non riesce quindi ad archiviare un quarto trimestre in utile, dopo che nei primi tre del 2018 era riuscita a ottenere un profitto.
Il dimezzamento delle rettifiche su crediti rispetto al quarto trimestre 2017 non è sufficiente a portare in equilibrio i conti degli ultimi tre mesi del 2018, che hanno evidenziato una perdita di 100,6 milioni, notevolmente ridotta rispetto ai 501,5 milioni di rosso del quarto trimestre 2017.
Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici di Mps.
Il margine di intermediazione si è attestato a 769,1 milioni (-4,2% rispetto al periodo di confronto).
Buono l’andamento del margine di interesse, cresciuto a 430,8 milioni (+3,9% rispetto all’analogo periodo del 2017) per effetto del contributo positivo della componente commerciale.
Da segnalare la tenuta delle commissioni nette, pari a 360,4 milioni (-0,8% rispetto al quarto trimestre 2017), grazie alla resilienza del comparto wealth management e dei servizi di pagamento
L’impennata dello spread negli ultimi mesi del 2018 ha determinato una perdita per quanto riguarda le attività di trading, la cui voce è negativa per 18 milioni, a fronte di un risultato positivo per 3,4 milioni del periodo di confronto.
Gli altri ricavi sono risultati negativi per 4,1 milioni, mentre erano positivi per 21,1 milioni nel quarto trimestre 2017.
I costi operativi sono calati a 635,4 milioni (-2,3% a/a) derivanti da un taglio del costo del lavoro a 364,9 milioni (-5,7% su base annua), mentre gli altri costi hanno registrato un piccolo aumento a 270,5 milioni (+2,7% rispetto al quarto trimestre 2017), a causa di incrementi nella voce rettifiche di valore nette, mentre le spese amministrative sono diminuite.
In netta discesa le rettifiche su crediti, praticamente dimezzate a 267 milioni contro i 551,7 milioni del periodo ottobre-dicembre 2017.
Dopo voci straordinarie e accantonamenti in calo, con un saldo netto negativo di 50,6 milioni (-163,1 milioni nel quarto trimestre 2017), e imposte positive per 245,7 milioni per effetto del reassessment delle Dta, il periodo si è chiuso con un risultato netto negativo di 100,6 milioni, contro il rosso 501,5 del periodo ottobre-dicembre 2017.