UniCredit – Migliore utile netto degli ultimi 10 anni nel 4Q 2018

Nel quarto trimestre 2018 UniCredit ha riportato un margine di intermediazione sostanzialmente in linea con il periodo di confronto a 4.855 milioni (-1% a/a), grazie al buon andamento del margine di interesse e alla tenuta delle commissioni nette, pur in un contesto difficile. Il beneficio fiscale di 887 milioni derivante dalla first time adoption del principio contabile Ifrs9 ha spinto l’utile netto a 1.727 milioni (840 milioni senza contributi straordinari).

La banca guidata da Jean Pierre Mustier ha archiviato il quarto trimestre 2018 con il migliore utile netto degli ultimi 10 anni. Il manager riscatta così la brutta sorpresa dei conti del terzo trimestre, penalizzati dalla svalutazione della banca turca Yapi Kredi e dagli accantonamenti per le sanzioni Usa.

I conti del periodo hanno beneficiato, invece, dell’effetto fiscale positivo derivante dalla prima adozione del principio contabile Ifrs9. pari a 887 milioni. L’utile netto del quarto trimestre si è così attestato a 1.727 milioni.

Ma anche senza contributi straordinari l’utile netto, che sarebbe stato pari a 840 milioni, avrebbe mostrato una buona crescita (+4,8% su base annua ) rispetto agli 801 milioni del quarto trimestre 2017.

Il trimestre ha evidenziato un andamento positivo dei ricavi core, trainati dalla crescita del margine di interesse, mentre le commissioni nette hanno tenuto, e la prosecuzione del calo dei costi.

Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici trimestrali di UniCredit.

Il margine di intermediazione si è attestato a 4.855 milioni (-1% a/a), evidenziando una tenuta dei ricavi caratteristici.

Il margine di interesse a 2.776 milioni (+4,9% rispetto al periodo di confronto), grazie alla crescita dei volumi dei prestiti e includendo una ripresa di un accantonamento fiscale in Germania per 20 milioni.

Le commissioni nette hanno tenuto a 1.659 milioni (-1,4% rispetto al quarto trimestre 2017), grazie al mix che ha compensato il calo di quelle da investimento penalizzate dall’andamento dei mercati. Le commissioni di investimento sono state pari a 603 milioni (-14,5% a/a), principalmente per effetto delle minori commissioni upfront dalla raccolta gestita. Le fee da servizi di finanziamento hanno toccato, invece, i 434 milioni (+3,3% su base annua), grazie ai prestiti e alle commissioni sulle garanzie. Infine, le commissioni da servizi transazionali si sono attestate a 623 milioni (+11,8% rispetto al periodo di confronto), sostenute dai conti correnti e da altri servizi di pagamento e incasso.

I profitti da trading sono scesi a 159 milioni (-58,6% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2017), a causa della volatilità dei mercati.

Gli altri ricavi sono cresciuti a 261 milioni (+35,2% a/a), includendo un contributo da parte di Yapi per 92 milioni, grazie all’apprezzamento della lira turca, che ha controbilanciato alcune delle precedenti perdite.

Il totale dei costi operativi è calato a 2.717 milioni (-2,8% rispetto al quarto trimestre 2017). Nel dettaglio, i costi del personale sono scesi a 1.601 milioni (-5,9% a/a) grazie alla diminuzione del numero dei dipendenti. Il calo nel trimestre in esame è stato pari a 1.087 Fte. Anche la progressione della chiusura delle filiali è stata in anticipo rispetto al piano, con una riduzione di 62 filiali a livello di gruppo. Gli altri costi operativi si sono attestati a 1.116 milioni (+2,1% rispetto al periodo di confronto).

In seguito a tali dinamiche il risultato lordo di gestione si è fissato a 2.138 milioni (+1,2% a/a).

Dopo l’aumento le rettifiche su crediti, pari a 923 milioni (+10,5% a/a), con il costo del rischio risultato pari a 79 punti base (+3 punti base a/a), inclusi gli impatti negativi nel periodo in esame dovuti ai modelli (13 punti base) e per lo scenario macro a seguito di Ifrs9 (10 punti base), il risultato netto di gestione si è attestato a 1.215 milioni (-4,8% su base annua).

Le imposte sul reddito sono state positive per 998 milioni, grazie all’impatto netto legato alle tasse derivanti dall’introduzione dell’Ifrs9, che ha portato un beneficio di 887 milioni, senza il quale le imposte sarebbero state comunque positive per 112 milioni.

Il periodo si è chiuso con un utile netto di 1.727 milioni (801 milioni nel quarto trimestre 2017), mentre quello rettificato dagli elementi straordinari sarebbe stato pari a 840 milioni.

Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 dicembre 2018 il Cet1 ratio fully loaded si è attestato al 12,07% (13,02% a fine 2017).