Vimi Fasteners – Viti in titanio e Aerospace nuova matrice per la crescita

È da circa due anni che Vimi Fasteners, leader italiano in soluzioni di fissaggio ad alta ingegneria, è entrata nel mercato delle viti in titanio ed ora, dopo un periodo dedicato ad attività di ricerca e sviluppo, preme l’acceleratore sulla raccolta degli ordini, principalmente nell’Aerospace. Settore dove, nei prossimi tre anni, il management punta a consolidare la supply chain e raggiungere un fatturato di 2-3 milioni, mentre nell’arco di 5-7 anni l’obiettivo è superare i 10 milioni.

Le viti in titanio sono una particolare tipologia di fasteners che, grazie alla loro leggerezza, trovano perfetta applicazione nei settori dell’Aerospazio, del Motorsport e delle Supercar di alta fascia.

Lo scenario di sviluppo di queste applicazioni, tra cui non vanno dimenticate le interessanti prospettive legate ai powertrain elettrici, hanno spinto Vimi Fasteners circa due anni fa ad avviare le attività di ricerca e sviluppo in quest’area.

Ora il gruppo punta a completare il percorso di qualifica degli ordinativi ricevuti e consolidare il processo di crescita principalmente nell’Aerospace, settore in continua espansione con un giro d’affari atteso a 7,7 miliardi nel 2021 e in cui è prevista la costruzione di oltre 40 mila aerei nei prossimi 20 anni.

La scelta di entrare nell’Aerospazio è stata quindi dettata da una questione di opportunità, ma anche dalle richieste arrivate dagli stessi clienti e dalla necessità di attuare una strategia di risk mitigation per controbilanciare il momentaneo rallentamento dell’Automotive.

Strategia che potrebbe essere supportata anche da operazioni di M&A, con particolare attenzione al Nord America ed alla Cina, favorite dalla presenza nel comparto di operatori specializzati di piccole dimensioni.

Viti in titanio, leggerezza a servizio dell’Aerospazio e del powertrain elettrico

Il business di Vimi Fasteners è orientato verso la produzione di tre tipologie principali di prodotti: sistemi di fissaggio per alte temperature, viti ad alta e altissima resistenza e prodotti in leghe leggere come il titanio.

Proprio la leggerezza, che caratterizza le viti in titanio, rende questi prodotti più adatti nei contesti in cui le elevate prestazioni vanno di pari passo con la necessità di ridurre il peso.

Per questo trovano applicazione in particolare nei settori dell’Aerospace, del Motorsport e delle Supercar di alta fascia, oltre a rivestire un ruolo importante nella transizione della tecnologia verso un powertrain elettrico.

Infatti, i motori elettrici richiedono sistemi di fissaggio in leghe più leggere, in virtù del peso elevato che caratterizza le batterie e che dunque sta portando i progettisti ad utilizzare sempre più componenti e metalli leggeri.

Ricerca e sviluppo come punto di partenza in un nuovo mercato

Vimi Fasteners, sottolinea l’Amministratore Delegato Marco Sargenti, “ha deciso di focalizzarsi su queste applicazioni da circa due anni, incontrando clienti e partecipando a fiere specializzate di settore per comprendere meglio le dinamiche di questo mercato e le necessità dei clienti”.

Successivamente, “abbiamo messo a punto progetti di ricerca, collaborando anche con università e centri di ricerca esterni, per perfezionare le conoscenze e gli approfondimenti tipici di queste applicazioni. Progetti che sono stati anche cofinanziati da fondi europei e regionali e che hanno portato e porteranno in futuro all’introduzione di una nuova gamma di prodotti”.

Nel corso del 2018 si è rafforzata la collaborazione con clienti nel settore dell’Aerospazio, che “ha portato a ricevere le prime qualifiche, ordinativi e contratti da parte di alcuni player mondiali del settore Difesa e Aerospazio”.

Aerospace: opportunità, richieste dei clienti e risk mitigation alle radici della scelta

Quanto detto evidenzia che, fra le applicazioni delle viti al titanio, Vimi Fasteners punta molto sul settore Aerospace, dove il mercato totale dei fasteners vale ad oggi circa 6-6,5 miliardi di dollari e dovrebbe raggiungere i 7,7 miliardi nel 2021.

Nei prossimi 20 anni, infatti, dovranno essere costruiti oltre 40 mila nuovi aerei, prefigurando una forte domanda anche di questi componenti. Per dare un’idea del volume totale del fatturato possiamo assumere che i sistemi di fissaggio in un velivolo valgono circa 1,5% dell’intero costo.

La scelta di entrare in questo mercato dunque, spiega Marco Sargenti “è stata dettata prima di tutto dall’intenzione di cogliere le opportunità offerte da un settore in crescita da oltre trent’anni. Inoltre, sempre alla base di questa decisione, vi sono sia le nuove richieste arrivate da clienti attivi nella ricerca di nuovi fornitori, sia una strategia di risk mitigation del paniere dei prodotti e delle applicazioni industriali.”

Gli obiettivi: focus su clienti e consolidamento della supply chain

In un settore, dove il gruppo ha una presenza marginale, già nel 2019si prevede di raggiungere un fatturato significativo, “l’obiettivo a breve termine è il completamento delle qualifiche in atto, che sono la base per le prossime commesse”.

Nel medio termine, prosegue l’amministratore delegato, “puntiamo a proseguire nelle attività di ricerca e sviluppo e a consolidare la supply chain, ad esempio sviluppando una maggiore conoscenza dei fornitori di materia prima certificata per impieghi aerospaziali e di società specializzate nell’esecuzione di rivestimenti superficiali tipici di questi componenti”.

A lungo termine, infine, prosegue l’Ad, “puntiamo a estendere la base dei clienti e portare a compimento i contratti pluriennali, in modo da programmare al meglio la nostra supply chain. Normalmente, infatti, le richieste dei clienti non riguardano grossi volumi, ma piccole quantità con consegne frequenti, e quindi, i contratti di lungo termine ci permettono di ottimizzare la filiera produttiva”.

Un settore caratterizzato da grandi fornitori e piccoli player che offrono opportunità di M&A

Queste scelte consentiranno al gruppo di farsi spazio in un settore al momento presidiato da pochi grandi fornitori, come ad esempio Arconic o Lisi, che hanno una forte presenza e influenza sul mercato globale.

Al confronto, spiega Sargenti, “la dimensione di Vimi può rappresentare un vantaggio competitivo in termini di costi di produzione e flessibilità di servizio”.

In questo mercato sono poi attive anche piccole società specializzate in particolari applicazioni che “potrebbero costituire opportunità di M&A che stiamo attentamente valutando, con particolare riferimento al Nord America”.

I target del fatturato: 2-3 milioni in tre anni a parità di perimetro e oltre 10 sul lungo periodo

L’obiettivo che Vimi si pone per questo nuovo business “è di raggiungere 2-3 milioni entro i prossimi tre anni al netto delle operazioni di M&A e, sul più lungo periodo di 5-7 anni, il traguardo può essere oltre i 10 milioni”.

Attese sostenute da una domanda crescente per le applicazioni del titanio, non solamente nell’Aerospace ma anche nelle supercar e nei powertrain elettrici di alta gamma, con cui Vimi Fasteners conta di mitigare l’attuale rallentamento del settore Automotive.

Flessione che Marco Sargenti non ritiene definitiva in virtù delle previsioni di crescita della domanda, soprattutto in paesi come Cina, India e Messico, nonostante attualmente “il settore si trovi in un momento di incertezza, influenzata da molteplici aspetti sia legati al contesto macroeconomico sia specifici dell’Automotive, come il cambiamento dei criteri di omologazione, l’avvento delle nuove tecnologie legate ai veicoli elettrici nonchè alla demonizzazione ingiustificata del diesel”.

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