Intesa Sanpaolo ha ricevuto la decisione finale della Bce riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1° marzo 2019 a livello consolidato, a seguito degli esiti del Supervisory Review and Evaluation Process (Srep).
Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente sono:
- 8,96% per il Common Equity Tier1 ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2019;
- 9,33% per il Common Equity Tier1 ratio secondo i criteri a regime.
A determinare tale requisito, scriva la banca in una nota, “concorrono il requisito Srep in termini di Total Capital ratio pari al 9,5%, che comprende il requisito minimo di Pillar 1 dell’8%, nel cui ambito il 4,5% in termini di Common Equity Tier1 ratio, e un requisito aggiuntivo di Pillar 2 dell’1,5%, interamente in termini di Common Equity Tier1 ratio e i requisiti aggiuntivi, interamente in termini di Common Equity Tier1 ratio, relativi a: Capital Conservation Buffer, pari al 2,5% secondo i criteri a regime nel 2019, O-SII Buffer (Other Systemically Important Institutions Buffer), pari allo 0,38% secondo i criteri transitori in vigore per il 2019 e allo 0,75% secondo i criteri a regime nel 2021 e riserva di capitale anticiclica (Countercyclical Capital Buffer), pari a 0,08%”.
A fronte di tali richieste, i coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo a livello consolidato al 31 dicembre 2018, tenendo conto di circa 3,4 miliardi di dividendi proposti per l’esercizio 2018, risultano pari a:
- 13,5% per il Common Equity Tier1 ratio transitorio;
- 17,7% per il Total Capital ratio transitorio;
- 13,6% per il Common Equity Tier1 ratio pro-forma a regime;
- 18% per il Total Capital ratio pro-forma a regime.
La banca precisa anche che “escludendo la mitigazione dell’impatto della prima applicazione del principio contabile Ifrs9, i coefficienti patrimoniali risultano pari al 12% per il Common Equity Tier1 ratio e al 16,5% per il Total Capital ratio, che diventerebbero rispettivamente 12,5% e 17,1% se si considerasse il Danish Compromise (per cui gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché dedotti dal capitale), per il quale è stato avviato il processo di riconoscimento”.
Inoltre, i dati a regime sono “stimati applicando ai dati di bilancio del 31 dicembre 2018 i parametri indicati a regime, considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (Dta) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti, nonché alla prima applicazione del principio contabile Ifrs9 e al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro – esenti da imposte – a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’insieme aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e tenendo conto dell’atteso assorbimento delle Dta relative alle perdite pregresse”.