Banca Ifis ha archiviato il quarto trimestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 173 milioni (+15,3% rispetto al periodo di confronto), mentre l’utile netto si è fissato a 57,8 milioni (+82,6% rispetto al quarto trimestre 2017).
“Nell’ultimo trimestre 2018 abbiamo riscontrato una forte domanda di credito da parte delle Pmi, registrando una crescita sul precedente periodo del 13% nei volumi del factoring e del 20% nelle nuove erogazioni di leasing. Nel segmento Npl abbiamo riavviato gli acquisti con grande dinamismo nella seconda metà dell’anno, dopo un primo semestre di rallentamento dovuto a prezzi che abbiamo reputato troppo elevati”.
È con queste parole che Giovanni Bossi, Ad di Banca Ifis, ha commentato i risultati del quarto trimestre 2018.
Banca Ifis, nel quarto trimestre 2018, ha registrato un margine di intermediazione pari a 173 milioni (+15,3% rispetto al periodo di confronto).
Per quanto riguarda il contributo al giro d’affari delle singole macroaree di business, il settore imprese ha riportato un margine di intermediazione di 94 milioni (+5,7% rispetto al quarto trimestre 2017). Si ricorda che questa attività è a sua volta suddivisa nei sottosettori relativi al factoring, ai crediti commerciali, al corporate banking, al leasing e ai crediti fiscali.
Il segmento Npl, invece, ha registrato un margine di intermediazione pari a 76 milioni (+35,5% a/a).
Infine, il settore Governance & Servizi, che fornisce ai settori operativi dei core business del gruppo le risorse finanziarie e i servizi necessari per lo svolgimento delle rispettive attività, ha realizzato un margine di intermediazione leggermente positivo per 3 milioni (+5 milioni nel periodo di confronto).
Per quanto riguarda invece la suddivisione del margine di intermediazione per linea di ricavo, il margine di interesse del periodo è salito a 140 milioni (+15,5% a/a). A tale risultato hanno contribuito la performance positiva sia del segmento imprese sia di quello Npl.
Le commissioni nette hanno toccato 24,5 milioni (+16,1% rispetto al quarto trimestre 2017), grazie al buon andamento del segmento imprese.
I costi operativi sono scesi a 67,8 milioni (-5,4% a/a). Nel dettaglio, le spese per il personale sono aumentate a 28,3 milioni (+15,7% rispetto al periodo di confronto) in seguito alla crescita dei dipendenti in seguito all’inclusione nel perimetro di gruppo delle neo acquisite Credifarma e Cap.Ital.Fin., mentre gli altri costi sono calati a 39,5 milioni (-16,3% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2017) grazie a un recupero di imposta e ad altri proventi generati dall’acquisizione di Credifarma.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 105,2 milioni (+34,2% rispetto al periodo di confronto).
Dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti scese a 31,2 milioni (-15,9% annuo) il risultato netto di gestione si è fissato a 74 milioni (+79,2% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 57,8 milioni (+82,6% rispetto al quarto trimestre 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 dicembre il Cet1 si attesta al 13,74% (15,64% a fine 2017), già ampiamente superiore al requisito minimo richiesto da Banca d’Italia per il 2019 (8,12%).