La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha avviato in maniera formale l’iter sulla legittimità della riforma delle banche popolari, rigettando la richiesta di un procedimento d’urgenza.
È quanto si evince da una comunicazione della Cancelleria della stessa Corte UE inviata alle parte coinvolte e risalente allo scorso 23 gennaio, nella quale si precisa che “il presidente della Corte non ha accolto l’istanza della giurisdizione di rinvio a trattare i quesiti posti, in un procedimento pregiudiziale accelerato”.
Nella notifica, visionata da un’agenzia di stampa, si sottolinea inoltre che “le parti in causa davanti al giudice nazionale, gli Stati membri, la Commissione e, quando ne sia il caso, il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Bce hanno il diritto di presentare alla Corte osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale nel termine di due mesi dalla presente notifica”.
La riforma, voluta nel 2015 dal Governo Renzi, obbliga le banche popolari con oltre 8 miliardi di attivi a trasformarsi in Spa. Gli unici due istituti a non essersi trasformati sono Banca Popolare di Sondrio tra le quotate e Banca Popolare di Bari tra le non quotate.
I quesiti sulla legittimità delle riforma, sulla quale la Corte Costituzionale si era espressa favorevolmente, erano stati sottoposti al Consiglio di Stato che a sua volta li aveva rimessi alla Corte di Giustizia UE.
I principali punti sollevati fanno riferimento in particolare all’imposizione della soglia dell’attivo sopra la quale una popolare è obbligata a trasformarsi in Spa e le disposizioni sul limite o esclusione del diritto di recesso.
La Corte Europea dovrà decidere se tali prescrizioni siano conformi o meno alle regole europee in tema di aiuti di Stato e alla disciplina sulla concorrenza nel mercato interno e libera circolazione dei capitali.
Secondo quanto riporta la stampa, una prima udienza della Corte UE potrebbe essere prevista entro l’estate, mentre una decisione potrebbe arrivare verso fine anno, forse ad ottobre.
Il decreto Milleproroghe varato dal Governo aveva già prorogato i termini per la trasformazione in spa fino al 31 dicembre 2019.