Con la recente acquisizione di Howard McCray, Clabo ha ulteriormente rafforzato la propria presenza internazionale, espandendosi in un mercato ad alto potenziale come quello americano. L’ingresso negli Stati Uniti ha affiancato il processo d’integrazione di Easy Best, controllata cinese acquisita nel 2017 che sta sempre più ampliando il proprio portafoglio ordini nelle regioni asiatiche. Su queste basi il gruppo ha redatto il nuovo piano industriale 2018-2022 che punta a raggiungere a fine piano ricavi pari a 96 milioni, Ebitda a 14 milioni e un indebitamento finanziario netto di 15,1 milioni. Il tutto facendo leva sull’integrazione delle società neo-acquisite, su una maggiore efficienza di gruppo e sul lancio di nuove linee di prodotto che spaziano nel segmento della conservazione.
Clabo è un gruppo italiano leader nell’arredamento per la ristorazione, in particolare nella produzione e commercializzazione di vetrine espositive professionali per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e hotel.
Il gruppo, forte di un ampio portafoglio prodotti e della leadership nel segmento delle gelaterie artigianali, è partito dall’Europa per espandersi, grazie a un positivo track record nelle acquisizioni, negli Stati Uniti e in Europa.
Negli ultimi due anni Clabo ha infatti messo a segno due importanti operazioni: Howard McCray negli USA ed Easy Best in Cina, che sono tra i tre principali mercati geografici di riferimento del gruppo.
Grazie anche al contributo delle due realtà Clabo ha mostrato nei sei mesi del 2018 un incremento a doppia cifra del giro d’affari a 30,7 milioni (+24%) e della gestione operativa, con Ebitda adjusted a 3,6 milioni (+19%) ed Ebit adjusted a 2 milioni (+27%).
In calo invece l’utile netto a 630 mila euro, appesantito dagli oneri non ricorrenti legati all’acquisizione di Howard McCray.
Quest’ultima ha portato Clabo ad aggiornare il piano industriale 2018-2022 che prevede di raggiungere a fine piano ricavi pari a 96 milioni (CAGR 16,5%) e un Ebitda di 14 milioni (CAGR 22,8%), mostrando una marginalità del 14,6 per cento. L’indebitamento finanziario netto è invece atteso a 15,1 milioni.
Per centrare questi obiettivi Clabo farà leva sulla sempre maggiore integrazione nel gruppo delle controllate HMC ed Easy Best, che possono vantare un ottimo posizionamento geografico, e sull’introduzione di una nuova gamma di prodotti dedicati alla conservazione.
Sarà inoltre importante per la società assicurare flussi di cassa adeguati per fare fronte agli impegni finanziari. Parte del debito è infatti costituto da un prestito obbligazionario che, in caso di mancato rispetto di covenant prefissati, può divenire maggiormente costoso e comportare un rimborso anticipato.
In Borsa, dove il titolo è quotato sul mercato Aim dal marzo 2015, il titolo ha raggiunto i massimi a 4,29 nel giugno 2017, in scia alla pubblicazione del precedente piano industriale. Al momento, invece, le azioni Clabo viaggiano in area 1,8 euro, appesantite dal clima di tensione che ha colpito il listino milanese negli ultimi mesi.
Conto economico
Nei primi nove mesi dell’anno Clabo il fatturato consolidato pro forma di Clabo è cresciuto del 20% a circa 42 milioni, includendo da inizio anno il contributo dell’americana Howard McCray (HMC), acquisita lo scorso febbraio.
Nel primo semestre, invece, il giro d’affari ha mostrato un incremento a doppia cifra a 30,7 milioni, come anche la gestione operativa sia a livello di Ebitda adjusted (+19,1% a 3,6 milioni) sia di Ebit adjusted (+26,8% a 2 milioni), mentre i relativi margini sono calati leggermente nel primo caso e rimasti sostanzialmente invariati nel secondo.
Il periodo si è chiuso con un utile netto in calo del 7,2% a 630 mila euro, con la riduzione del tax rate che non è riuscita a compensare gli oneri non ricorrenti per 0,4 milioni sostenuti per l’acquisizione di HMC.
Nel 2017 Clabo ha realizzato ricavi consolidati pari a 44,8 milioni (+19,9%) grazie al successo della propria politica di internazionalizzazione, perseguita sia organicamente che tramite acquisizioni in particolare nei mercati americano e cinese.
Nel corso dell’esercizio, con l’acquisizione della Qingdao Clabo Easy Best Refrigeration Equipment Co. Ltd, distributore esclusivo del prodotto Easy Best, da anni leader di mercato, Clabo ha ulteriormente consolidato la sua presenza in tale mercato.
Aumenta quindi rispetto al 2016 l’Ebitda adjusted, sia in valore assoluto (+21,7%) che in percentuale, sul fatturato (dal 12,1 al 12,2 per cento). L’Ebit adjusted aumenta invece in valore assoluto (+18,5%), ma sperimenta una riduzione in termini di margine (dal 5,2 al 5,1 per cento) per effetto dei maggiori ammortamenti.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto in calo del 32,2% a 0,5 milioni a causa del peggioramento della gestione finanziaria, come differenze di cambio negative, pagamento delle cedole delle obbligazioni e costi per il factoring, e della presenza di componenti straordinarie.
Breakdown dei ricavi
Il Breakdown dei ricavi fornito dal Gruppo fa riferimento alle Vendite nette e non comprende, relativamente al primo semestre del 2018, il dato pro-forma.
Osservando le vendite per singoli brand, nei primi sei mesi del 2018 l’unico brand in crescita è stato EasyBest che ha registrato un +25% a 2,2 milioni.
Il primo contributo di Howard McCray è stato invece pari a 3,9 milioni e posiziona il marchio in terza posizione per incidenza sul fatturato complessivo.
In calo invece il giro d’affari degli altri brand, in particolare per i due principali brand Orion (-7,5% a 9,8 milioni) e FB (-4% a 7,4 milioni).
Contrazioni maggiori inoltre per Artic (-21,5%), Bocchini Arredamenti (-38%) e De Ranieri, che ha azzerato il proprio fatturato in seguito allo scemare dell’appeal sul mercato. Il contratto di acquisto con riserva di proprietà del marchio è stato dunque risolto ed è cessata la promozione e distribuzione di arredi del marchio.
Dal lato geografico, Clabo ha aumentato la percentuale di ricavi generati all’estero, passata dal 54 al 60 per cento, in scia principalmente al +44% messo a segno nel Resto del Mondo e al +29% in Unione Europea.
Più lenta invece la crescita dell’Italia, dove il giro d’affari è progredito del 3% a 9,4 milioni.
Stato patrimoniale
Al 30 giugno 2018 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 23,4 milioni, in crescita rispetto ai 19,2 milioni rilevati lo scorso 31 dicembre, rimasto poi sostanzialmente stabile nei tre mesi successivi.
L’andamento riflette, in particolare, il consolidamento del debito pari a un milione e l’esborso per 2,2 milioni per l’acquisto del 51% delle azioni di classe A di HMC e investimenti in Capex per circa 1,2 milioni.
Il patrimonio netto era invece pari a circa 18 milioni, (di cui di 8,2 milioni di capitale sociale), in crescita per effetto sia dell’integrazione del patrimonio della HMC (al lordo della quota di Euro 976 migliaia di capitale di terzi) sia del risultato netto di periodo.
Successivamente alla chiusura del periodo, Clabo ha lanciato un aumento di capitale per massimi 4,85 milioni con l’emissione di 2.020.836 nuove azioni ordinarie al prezzo di 2,4 euro per azione.
L’aumento è stato offerto in opzione agli azionisti nel rapporto di un’azione di nuova emissione per ogni quattro diritti d’opzione. Questi ultimi sono stati assegnati agli azionisti nel rapporto di uno ogni quattro azioni detenute.
Il periodo di offerta in opzione si è chiuso lo scorso 16 novembre con la sottoscrizione di 218.400 nuove azioni, di cui 125.000 da parte dell’azionista di maggioranza Cla.Bo.Fin., per un controvalore complessivo di 524.160 euro.
Le azioni non sottoscritte ad esito dell’offerta in opzione potranno essere collocate entro il 31 luglio 2019.
Ratio e indicatori di borsa
I ratio di bilancio mostrano la solidità patrimoniale di Clabo oltre alla crescita della gestione operativa, che si è mostrata superiore a quella dell’indebitamento.
La redditività ha invece registrato una riduzione per effetto del calo degli utili, nel biennio 2016-2017, anche se l’andamento trailing del ROE indica una probabile inversione di tendenza per l’anno in corso.
Anno che dovrebbe confermare il buon andamento della gestione operativa, con il rapporto PFN/Ebitda adjusted in tendenziale calo.
I principali indicatori di borsa evidenziano invece l’aumento del valore delle azioni Clabo negli ultimi due anni, che è stato però superiore all’incremento degli indici reddituali.
Piano industriale 2018 – 2022
Nel 2018 Clabo ha consolidato la propria posizione negli Stati Uniti acquisendo il 51% di Howard McCray per un corrispettivo di 2,1 milioni di dollari.
Per rafforzare ulteriormente la struttura Clabo ha raggruppato le attività americane in Clabo Hoding USA, di cui il 46% è stato ceduto a SIMEST (Gruppo CDP) tramite un aumento di capitale dedicato per un importo pari a 2 milioni di dollari (con riacquisto fissato nel 2026).
Il fine dell’operazione è quello di rafforzare la presenza negli Stati Uniti, terzo mercato di sbocco del gruppo, ottenendo una nuova base produttiva e logistica e la conseguente riduzione dei costi grazie alle sinergie e alla complementarietà dei prodotti di HMC e Clabo USA.
Buone indicazioni sono arrivate anche dal mercato asiatico dove nel 2017 Clabo ha acquisito, in un’ottica strategica, la cinese Easy Best.
Il gruppo parteciperà infatti all’espansione asiatica della catena americana di ristorazione Wendy’s e fornirà vetrine per Starbucks Asia, in un accordo del valore complessivo di circa 1,5 milioni di dollari.
Raggiunti gli obiettivi stabiliti per il 2017, Clabo ha aggiornato il business plan stilando il nuovo Piano Industriale 2018–2022, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la redditività e migliorare la generazione di cassa attraverso un modello organizzativo multinazionale, l’efficientamento degli impianti produttivi e l’innovazione dei prodotti.
Il gruppo conta infatti di ridurre l’impatto di costi di trasporto, dazi e tempi di consegna, con effetti positivi su ricavi e margini, grazie al posizionamento degli stabilimenti produttivi nelle tre principali aree di mercato, Italia, Cina e Stati Uniti.
Molto importante sarà inoltre l’innovazione del prodotto con un focus particolare su prodotti custom per clienti dalle grandi potenzialità e sulla conservazione dei cibi oltre che sulla loro esposizione.
Nel 2020 è prevista l’introduzione di una nuova gamma di prodotti dedicati alla conservazione che consentiranno a regime, nelle stime del management, di incrementare i ricavi di circa 20 milioni grazie alle sinergie commerciali delle reti di vendita dei diversi marchi e alla migliore efficienza degli impianti cinese e americano.
I target indicati dal management prevedono una crescita dei ricavi ad un tasso medio annuo del 16,5% fino a 96 milioni nel 2022 mentre l’Ebitda dovrebbe raggiungere i 14 milioni (CAGR del 22,8%), mostrando una marginalità del 14,6 per cento.
L’indebitamento finanziario netto è invece atteso nel 2022 a 15,1 milioni, considerando una generazione di cassa complessiva per 25 milioni e un assorbimento di cassa di circa 9 milioni legato alla crescita del circolante in funzione del business e di circa 12 milioni per investimenti in R&D.
Questi ultimi porteranno nei prossimi due anni a lanciare 13 nuovi prodotti e di essere il primo gruppo ad introdurre sistemi I.O.T., seguendo il percorso già tracciato negli ultimi tre anni con 24 lanci di prodotti e 4 milioni di investimenti, da cui nei prossimi tre anni verranno generati 15 milioni di fatturato.
Nel 2018, come dichiarato dal Presidente Pierluigi Bocchini, Clabo ha centrato le previsioni del management “con ricavi prossimi ai 56 milioni, in crescita del 25% rispetto allo scorso anno, Ebitda a 6,2 milioni e PFN a 23,7 milioni”.
Risultati che si attestano sulla parte bassa forchetta indicata nella guidance in cui si stimavano ricavi a 56,4 – 57,2 milioni, Ebitda a 6,1 – 6,6 milioni e l’indebitamento finanziario netto tra 23,2 e 23,8 milioni.
Obiettivi già rivisti al ribasso rispetto a quanto indicato nel business plan a causa dei ritardi di produzione registrati da Easy Best dopo l’introduzione di SAP.
Punti di forza
Leadership di mercato nel settore del gelato artigianale, ad alta profittabilità, dove Clabo detiene una quota di mercato di circa il 30 per cento.
Forte presenza nei principali mercati internazionali di riferimento attraverso la presenza sia di impianti produttivi che di filiali dirette, come ad esempio in Cina e negli Stati Uniti.
Contratti con clienti di primaria importanza, come di recente sottolineato dai contratti siglati con Starbucks, Wendy’s e Boar’s Head, che Clabo accompagnerà nell’espansione in diverse aree geografiche. Questi nuovi clienti vanno ad aggiungersi a una platea già importante che include, tra gli altri, Eataly, Netlè, Venchi, i campus Apple e i parchi a tema Disney.
Punti di debolezza
Esposizione verso alcuni mercati maturi, come ad esempio le vetrine dedicate a bar e caffetterie in Italia.
Indebitamento finanziario netto in aumento e rischio di esercizio nel rimborso del prestito obbligazionario. In particolare, al 31 dicembre 2017, il covenant PFN/PN relativo al prestito obbligazionario quotato su ExtraMot risultava non rispettato, ma la società ha richiesto l’estensione dei waiver fino al 31 dicembre 2018 in cambio dell’esecuzione di un aumento di capitale.
Opportunità
La sempre maggiore integrazione di HMC ed EasyBest, che permetterà a Clabo di sfruttare le potenzialità del mercato americano e di quello cinese.
Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo, grazie ai quali il gruppo è in grado di proporre al mercato prodotti sempre più innovativi per combattere la concorrenza.
Introduzione nuovi prodotti, in particolare quelli legati al segmento della conservazione che saranno lanciati nel 2020.
Minacce
Contesto macroeconomico sfavorevole, in caso dell’aumento delle misure protezionistiche o del costo delle materie prime, che impatterebbero negativamente sulla redditività del gruppo.
Difficoltà nell’accrescere la quota di mercato, in particolare nei mercati esteri nei quali la società sta concentrando i propri sforzi.
Analisi Tecnica
Fase di consolidamento per Clabo che, dopo aver raggiunto il minimo di periodo a 1,418 euro, ha registrato un sostenuto rimbalzo verso i 2,40 euro, corrispondente all’incirca al 50% della gamba ribassista.
Il movimento successivo è stato caratterizzato da una fase oscillatoria delle quotazioni all’interno dei due livelli indicati che, in base alla specificità delle osservazioni, ha assunto una conformazione grafica di tipo triangolare.
Tecnicamente la violazione al rialzo del cateto della figura indicata potrebbe favorire un allungo rialzista, il cui target sarebbe da associare alla proiezione della base del triangolo verso i 2,80 euro.
La rottura del cateto inferiore, viceversa, unita al cedimento del pivot low a 1,418 euro sopra indicato, potrebbe determinare un peggioramento dello scenario nel breve termine favorendo un ritorno verso 1,20 euro.
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