Mps – Morelli convince gli investitori

L’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, ha incontrato gli investitori istituzionali a Londra dove ha fornito un quadro positivo sulla banca, che dopo il ritorno all’utile ha avviato la fase di recupero. Le parole del manager hanno convinto gli investitori: il titolo ha chiuso ieri a +7,2% con 15,9 milioni di azioni scambiate, pari all’1,4% del capitale. Questa mattina le azioni sono di nuovo al rialzo e intorno alle 10:00 guadagnano il 4,5% a 1,4 euro.

“Mps ha invertito la rotta verso una crescita sostenibile”. È questo il messaggio trasmesso da Marco Morelli, amministratore delegato di Mps, agli investitori istituzionali nel corso di un road show di due giorni a Londra. Il manager ha illustrato alla comunità finanziaria della City i dati del bilancio 2018, che mostrano un ritorno all’utile per l’istituto, e le prospettive future.

La risposta degli investitori non si è fatta attendere. Ieri il titolo Mps è schizzato al rialzo, archiviando la seduta con un incremento del 7,2% a 1,34 euro, dopo essere stato sospeso al rialzo nel corso della giornata. Elevati i volumi degli scambi. Sono passati di mano 15,9 milioni di titoli, pari all’1,4% del capitale dell’istituto di credito, che in media scambia 2,5 milioni di pezzi al giorno. E questa mattina le azioni sono di nuovo al rialzo e intorno alle 10:00 guadagnano il 4,5% a 1,4 euro.

L’analisi di Morelli sulle prospettive della banca parte dai dati di bilancio del 2018 che, con il ritorno a un utile di 279 milioni e il completamento del “colossale” piano di de-risking che ha portato alla cessione di circa 30 miliardi di sofferenze, ha ora le carte in regola per pensare al recupero della redditività e della competitività commerciale.

“Il nostro auspicio è che i risultati del 2019 siano migliori di quelli del 2018”, afferma Morelli in un’intervista a ilSole24ore. Tuttavia, bisogna considerare che lo scenario economico è peggiorato rispetto a quando è stato predisposto il piano industriale. Quindi probabilmente gli obiettivi del piano concordato con la Commissione UE dovranno essere rivisti. Un tema che verrà affrontato nell’ambito di un confronto con le autorità europee, che terrà conto dei progressi fatti dalla banca negli ultimi anni.

Altro tema importante che sarà oggetto di esame con le autorità europee sarà quello dell’uscita dello Stato dal capitale della banca entro il 2021, su cui il Governo italiano dovrà fare le proprie proposte a partire dal mese di giugno.

Senza entrare nel merito di decisioni che competono all’azionista, Morelli fa notare che per gli istituti di medie dimensioni il raggiungimento di economie di scala tramite aggregazioni sia uno snodo fondamentale. Le maggiori dimensioni che si ottengono tramite le fusioni bancarie permettono maggiore facilità di accesso al funding e la capacità di supportare maggiori costi necessari per gli investimenti nel digital banking, per i continui cambiamenti regolamentari e la revisione dei modelli commerciali.

Quanto al funding, il manager rileva che “la banca è tornata ad avere adeguati coefficienti di liquidità, non vediamo rischi nell’affrontare il rinnovo delle scadenze per l’anno in corso”. Come testimoniato dal successo del lancio del covered bond emesso poche settimana fa.

Quanto alla seconda tranche del Tier2 che avrebbe dovuto essere messo nel 2018, ma il cui lancio è stato rinviato per le condizioni di mercato, Morelli ha precisato che l’emissione avverrà non appena si presenterà una finestra di mercato a prezzi ragionevoli. L’ad sottolinea comunque che “i requisiti patrimoniali registrati a fine 2018 erano più che capienti anche senza considerare l’ammontare di Tier2 non emesso”.

Infine, dopo il drastico piano di de-risking che ha portato l’Npe ratio lordo dal 35,8 %al 16,4% attuale, nel 2019 proseguirà l’azione di cessione degli Utp, per i quali sono previste dismissioni per 2 miliardi, che potranno essere superate come è avvenuto nel 2018.